Tangenti e coop, la sentenza per Salvati arriverà prima di Capodanno. Dopo la rinuncia ad ascoltare alcuni testimoni della difesa - davvero lunghissima la lista presentata - si procede con passo spedito. Ed entro fine dicembre la Corte d'Assise potrebbe pronunciarsi nei confronti di Antonio Salvati, accusato di concussione in relazione alle presunte tangenti nella gestione dei migranti.

Più nello specifico, la procura chiede conto a Salvati di un'ipotesi di concussione continuata per aver chiesto soldi - 250.000 euro secondo l'accusa - dietro la minaccia di bloccare i pagamenti al responsabile della cooperativa Integra 2013 che gestiva un progetto di accoglienza per i richiedenti asilo.
Come nelle precedenti udienze, l'attenzione delle domande del pm Alfredo Mattei - e delle difese si è concentrata sulle coop, sull'affidamento dei bandi, sui rapporti tra Fallone, Rea e lo stesso imputato. Rapporti personali, divenuti più difficili sul piano politico. Fino allo scontro.

Nella recente udienza sarebbe emerso, ascoltando uno dei testimoni in lista, che anche quando Salvati venne sospeso dal prefetto dal ruolo di presidente dell'Unione avrebbe di fatto continuato a dare indicazioni all'istruttore amministrativo dell'Unione, ascoltata a lungo come testimone. Un elemento che sarebbe saltato fuori dalle intercettazioni telefoniche, parte fondamentale della complessa inchiesta affidata ai carabinieri di Pontecorvo.

Cruciale nell'udienza di martedì anche la procedura di affidamento dei bandi alle coop: un'analisi complessa e dettagliata. L'udienza è stata poi aggiornata la prossimo 10 novembre alle 14 per ascoltare altri quattro testimoni. La difesa della parte civile, l'avvocato Menga, e le difese dell'imputato - gli avvocati Santopietro e De Santis - sono pronti.