Torna a scattare l'allarme all'ospedale "San Benedetto" di Alatri per il diffondersi della pandemia di Coronavirus, visto che sono ben 8 i casi registrati nella struttura ospedaliera. A rendere nota la notizia, che in verità era già nell'aria, è stato Il consigliere comunale di opposizione Enrico Pavia con un post pubblicato sul suo profilo Facebook. Scrive Pavia:  

"Sinora otto casi di positività al Coronavirus presso l'ospedale di Alatri. Purtroppo, quanto si temeva accadesse, ovvero una recrudescenza dei contagi dovuti alla temutissima seconda ondata, si sta materializzando a causa di comportamenti non consoni alla gravità della situazione. Nei giorni scorsi col consigliere Nazzareno Costantini avevamo chiesto alla dirigenza della Asl di poter effettuare una visita istituzionale presso il nostro nosocomio, al fine di renderci personalmente conto della situazione. Volevamo, in particolare, appurare se corrispondesse a verità quanto ci veniva riferito circa l'assenza di qualsivoglia filtro all'ingresso della struttura, cui pare sia stata asportata anche la macchina che misurava la temperatura corporea.

Volevamo verificare, inoltre, a che punto fossero i lavori per il rifacimento del reparto di terapia intensiva, da inizio estate in corso per il raddoppio dei posti letto, da due a quattro. Ebbene, nel pomeriggio ho ricevuto una comunicazione da parte del direttore generale facente funzioni, dott.ssa Magrini, che mi informava che i lavori presso l'Uoc di terapia intensiva erano in corso per cui il reparto non poteva essere visitato.
A parte il fatto che noi avevamo chiesto di poter verificare la situazione generale del nosocomio e non solo del reparto di terapia intensiva, pur rispettando tale decisione, mi pare un pessimo segnale di trasparenza.
Voglio però parteciparvi una riflessione su un punto che mi pare fondamentale: da qualche giorno è palpabile la sensazione che il virus abbia ripreso a circolare tra noi e non solo.

Se a marzo poteva essere comprensibile che la pandemia ci trovasse impreparati, mi chiedo se lo sia altrettanto oggi, dopo che tutti gli esperti ci hanno fatto una sorta di lavaggio del cervello circa l'inevitabilità di una seconda ondata di contagio. Come è possibile che di fronte ad un pericolo più volte annunciato si sia ancora così impreparati? È normale che in piena emergenza sanitaria un reparto di terapia intensiva, fondamentale per contrastare il nemico pandemico, sia chiuso per lavori? Ci avevamo detto che i lavori sarebbero durati meno di due mesi e ne sono passati tre e non sappiamo quando termineranno. E se dovesse manifestarsi la necessità di posti letto in terapia intensiva come faremo?
E vi pare normale che all'ingresso dell'ospedale non ci sia nessuno che misura la temperatura corporea e controlli l'afflusso del pubblico in un luogo dove sono ricoverate molte persone con livelli immunitari bassi?
Davvero siamo così sprovveduti?"