Lui, lei e il padre di lui. I primi due sono fidanzatini. Ma su di lei getta gli occhi il genitore adulto. Che ieri è stato processato e condannato dal tribunale di Frosinone: cinque gli anni inflitti dai giudici. Il condannato J.C., frusinate, 40 anni, è un amico di famiglia. Le famiglie si frequentano e così tra i giovani nasce una frequentazione che diventa sempre più stretta per quanto lo può essere a quella età.

La ragazzina, all'epoca dei fatti non ancora quattordicenne, frequenta la casa dell'amichetto. Stando alle accuse portate in tribunale dalla procura di Frosinone, sostenute in aula ieri dal sostituto procuratore Samuel Amari, che ha chiesto una condanna a sei anni, il quarantenne ha un rapporto sessuale con la ragazzina. I fatti, come ricostruito nel processo, si svolgono nell'aprile del 2015. Atti sessuali con una minorenne è il reato contestato indipendentemente dal fatto che lei fosse o meno consenziente. Per un po' la cosa rimane sotto silenzio.
Tuttavia, il mese dopo, i genitori della ragazzina scoprono l'accaduto. Non la prendono per niente bene.
Fanno allora visitare la giovane da un medico che conferma l'atto sessuale.

Così scatta la denuncia: le indagini sono condotte dalla squadra mobile della questura di Frosinone. Il sospettato viene così indagato. Gli accertamenti vanno avanti in quella direzione e portano al rinvio a giudizio dell'uomo. L'uomo, difeso dall'avvocato Emanuele Incitti, ha provato a discolparsi. D'altro canto, invece, i genitori della minore, si sono costituiti parte civile attraverso gli avvocati Giuseppe Cosimato e Rita Cianfrano.

In tribunale sono stati sentiti diversi testi, tra cui anche i genitori della parte offesa. Hanno esposto al tribunale (presieduto dal giudice Giuseppe Farinella) l'origine dei propri sospetti, nati dopo che la ragazzina aveva cambiato atteggiamento. Non era più quella di prima, per cui incalzata da madre e padre alla fine ha confessato, pur insistendo sul fatto che fosse stato un rapporto consensuale.

Le indagini sono andate avanti senza tralasciare nulla.
La squadra mobile ha effettuato anche delle intercettazioni per cercare di captare eventuali dialoghi compromettenti che potessero corroborare le indagini.
Effettuati anche dei gli accertamenti sulla movimentazione bancaria. Grazie a quest'attività era stato scoperto il tentativo di fuga dell'uomo, bloccato a Fiumicino mentre tentava di imbarcarsi per un volo per Santo Domingo. Lui, dal canto suo, si era difeso sostenendo di aver subito pesanti minacce di morte, che lo hanno portato ad allontanarsi comunque da Frosinone. Anche se il passaporto gli è stato ritirato.
Nel frattempo, la casa popolare che l'uomo deteneva gli è stata occupata.

Ieri tutto questo come le altre testimonianze confluite nel procedimento sono state vagliate dal tribunale. Il pm Amati ha insistito per la condanna chiedendo una pena di sei anni. Il tribunale, dopo la camera di consiglio, ha stabilito una pena di un anno inferiore.