Le comunali spingono il referendum, anche in provincia di Frosinone. Ma per il risultato finale sull'affluenza (una delle variabili più importanti di questa tornata elettorale) bisognerà aspettare oggi. Però alcuni riferimenti sono già emersi chiaramente relativamente al dato delle ore 19 di ieri. A Belmonte Castello affluenza al referendum del 43,97%, a Ceccano al 37,93%, a Cervaro al 43,47%, a Fontana Liri al 51,09%, a Guarcino al 50,96%, a Patrica al 45,10%, a Pontecorvo al 51,84%, a Ripi al 42,72%, a Trevi nel Lazio al 48,70%. Percentuali largamente superiori alla media provinciale di quel momento, fissata al 25,02%. Segno inequivocabile del traino delle amministrative. Anche se poi in termini assoluti l'affluenza delle comunali andrà comunque verificata oggi. Tornando al referendum, qualche curiosità dei centri più grandi: sempre alle 19 a Frosinone aveva votato il 23,78% degli aventi diritto. A Cassino il 20,24%, ad Alatri il 23,34%, ad Anagni il 22,46%. Poi il 21,30% a Boville Ernica, il 21,18% a Ferentino, il 26,04% ad Isola del Liri. Quindi a Sora il 22,73%, a Veroli il 23,47%.

Si vota anche oggi
Urne aperte pure oggi, dalle 7 alle 15. Poi lo scrutinio inizierà dal referendum, subito dopo la chiusura dei seggi. Mentre invece lo spoglio delle comunali comincerà dalle 14 di domani, martedì 22 settembre.
Il referendum
Questo il testo del quesito: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?». Si chiede il taglio di 345 seggi parlamentari: 230 alla Camera e 115 al Senato. La legge sul taglio dei parlamentari è stata approvata in ultima lettura dalla Camera l'8 ottobre 2019 con 553 voti a favore, 14 no e 2 astenuti. Prevede la riduzione del numero dei deputati (da 630 a 400) e dei senatori (da 315 a 200). La legge costituzionale è sottoposta a referendum perché in una delle due ultime letture (quella al Senato) non è stata approvata con la necessaria maggioranza dei due terzi dei componenti. Settantuno senatori hanno chiesto e ottenuto il referendum.

Referendum che non prevede un quorum di partecipanti per essere valido. Nel Lazio oggi si eleggono 28 senatori. Scenderebbero a 18. Mentre nel collegio Lazio 2 della Camera si passerebbe da 20 a 12. E nel Lazio 1 da 38 a 24. Il 4 marzo 2018 si è votato con il Rosatellum, sistema che tiene insieme una parte maggioritaria e una proporzionale. I collegi uninominali maggioritari sono 348. In teoria scenderebbero a 221. Ben 127 in meno. Numeri che avrebbero un riflesso a cascata, a tutto campo: diminuendo i collegi, l'estensione geografica degli stessi (sia uninominali che plurinominali) aumenterebbe. Per ogni deputato il numero degli abitanti passerebbe da 96.006 a 151.210. Mentre, per ogni senatore, da 188.424 a 302.420.

Le comunali
Si vota anche per eleggere il sindaco e i consiglieri di 9 Comuni della Ciociaria: Ceccano, Pontecorvo, Cervaro, Ripi, Patrica, Fontana Liri, Trevi nel Lazio, Guarcino, Belmonte Castello. Soltanto Ceccano ha più di 15.000 abitanti, ragione per la quale è previsto il ballottaggio se nessuno dei candidati a sindaco avrà superato il 50% più uno dei voti al primo turno. I tempi supplementari si svolgerebbero il 4 e 5 ottobre. Gli aventi diritto al voto nei 9 Comuni sono 53.435. I candidati a sindaco in totale sono 27, le liste in campo 41. Gli aspiranti consiglieri comunali 585. Le donne che concorrono per la fascia tricolore sono 4 su 27, il 14,81%.

Le curiosità
Al Comune di Frosinone ieri sono stati richiesti circa 600 duplicati di tessere elettorali, da parte di persone che evidentemente l'avevano smarrita. Non sono pochi considerando che nel capoluogo si votava soltanto per il referendum. E che in ogni caso si tratta di elezioni al tempo del Covid-19. In provincia di Frosinone nessuno ha votato e voterà dalla sorveglianza domiciliare nella quale si trova perché positivo al Covid. O dall'isolamento fiduciario perché negativo e facente parte di link. Questo perché per esercitare il diritto di voto bisognava aver inviato, anche in via telematica, la richiesta al Sindaco. Corredata da un certificato della Asl. Non sono stati richiesti certificati all'Azienda Sanitaria Locale, che naturalmente ha provveduto ad inviare alla Prefettura l'elenco dettagliato delle persone in isolamento domiciliare.

Il peso delle regionali
Sul piano politico riflettori puntati sull'esito delle regionali, oltre che sul referendum. Si vota in Veneto, Toscana, Liguria, Marche, Puglia, Campania e Valle d'Aosta. La Valle d'Aosta fa storia a sé. Per il resto si parte da un 4-2 per il Pd che ha guidato finora Toscana, Campania, Marche e Puglia. Mentre il centrodestra esprime il presidente del Veneto e della Liguria. Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia puntano a ribaltare il quadro: 4-2 o addirittura 5-1. Nel mirino sono state messe sia la Puglia che le Marche. E perfino la Toscana, storica roccaforte rossa, è diventata contendibile. D'altronde Pd e Cinque Stelle sono divisi ovunque, tranne che in Liguria. Un'anomalia enorme per due partiti che sono insieme al Governo del Paese. Evidente che un 5-1 per il centrodestra (unito ovunque) porrebbe una seri di interrogativi al Governo e al Pd del segretario Nicola Zingaretti. Oggi tutti dicono che non ci sarebbero contraccolpi, ma già stasera il quadro potrebbe mutare. Inutile girarci troppo intorno: al centro del dibattito e delle analisi c'è il risultato della Toscana. È quello che farà pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall'altra. Nessun dorma quindi.