Oltre alla tessera elettorale e al documento di riconoscimento, ai seggi bisognerà portarsi la mascherina. Senza non si potrà neppure entrare. Il voto ai tempi del Coronavirus comporterà una serie di regole nuove ed importanti. L'elettore troverà, all'ingresso e in ogni seggio, il gel per igienizzare le mani. Un'operazione che andrà effettuata sia prima di entrare che quando si riceveranno le schede e la matita.
L'elettore dovrà seguire i segnali e mantenere una distanza minima di un metro dagli scrutatori.

Distanza che dovrà aumentare fino a due metri quando gli verrà chiesto di togliere la mascherina. Questo perché sarà importante procedere all'identificazione dell'elettore. Dopo il voto sarà lo stesso elettore ad infilare la scheda nell'urna. C'è poi il consiglio di disinfettare le mani anche quando sono terminate le operazioni al seggio. La temperatura non sarà misurata all'ingresso del seggio, questa responsabilità è affidata al singolo cittadino. Naturalmente la raccomandazione è quella di non andare al seggio con la febbre oltre 37,5 gradi o con sintomi da Coronavirus.

L'imperativo categorico sarà quello di evitare gli assembramenti: il che vuol dire che l'accesso al seggio sarà contingentato. E laddove sarà possibile verranno allestite delle aree di attesa esterne. Saranno segnalati percorsi, dedicati e distinti, sia di ingresso che di uscita. Per le persone in quarantena o positive al Covid è previsto il voto a domicilio. Bisogna però aver inviato, anche in via telematica, la richiesta al Sindaco. Corredata da un certificato della Asl. Se questo passaggio è stato espletato, allora le operazioni di voto verranno effettuate grazie al lavoro di un addetto con camice, mascherina, visiera e guanti. Nei reparti Covid, invece, verranno allestiti dei seggi speciali e gli scrutatori addetti avranno un compenso maggiorato del 50%.

Il testo del quesito è il seguente: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 240 del 12 ottobre 2019?». È il referendum che taglia 345 seggi parlamentari: 230 alla Camera e 115 al Senato.
La legge sul taglio dei parlamentari è stata approvata in ultima lettura dalla Camera l'8 ottobre 2019 con 553 voti a favore, 14 no e due astenuti. Prevede la riduzione del numero dei deputati (da 630 a 400) e dei senatori (da 315 a 200). In pratica viene data una sforbiciata ai seggi pari al 36,5 per cento degli attuali. I posti per i candidati all'estero scendono da 18 a 12, i senatori a vita potranno essere al massimo cinque. La soglia minima di senatori per ciascuna regione si abbassa da sette a 3. La riforma entrerebbe in vigore dalle prossime elezioni politiche.

La legge costituzionale è soggetta a referendum perché in una delle due ultime letture (quella al Senato) non è stata approvata con la necessaria maggioranza dei due terzi dei componenti. Settantuno senatori hanno chiesto e ottenuto il referendum. Referendum che non prevede un quorum di partecipanti per essere valido. Nel caso di vittoria del Sì sarà importante prevedere un nuovo sistema elettorale. Nei mesi scorsi si è molto parlato del Germanicum, un sistema che conferma i 63 collegi plurinominali proporzionali e le 23 circoscrizioni del Rosatellum.

Se questo tipo di impianto dovesse essere confermato, l'effetto sul territorio sarebbe inevitabile: Frosinone e Latina farebbero parte dello stesso collegio proporzionale. E con 230 deputati e 115 senatori in meno, con un collegio da dividere fra le due province del Basso Lazio, la rappresentanza territoriale sarebbe destinata ad essere penalizzata. Il 4 marzo 2018 tre parlamentari furono eletti nei collegi maggioritari della provincia di Frosinone: Massimo Ruspandini (Fratelli d'Italia) al Senato, Francesco Zicchieri (Lega) e Ilaria Fontana (Movimento Cinque Stelle) alla Camera. Mentre nel proporzionale furono eletti Claudio Durigon e Francesca Gerardi (Lega), Luca Frusone ed Enrica Segneri (Cinque Stelle).