Lite tra coniugi lunedì intorno alle 21.30 a piazza Berardi nella parte bassa di Ceccano. Stando alle testimonianze dei presenti un acceso diverbio, scatenatosi tra moglie e marito, è sfociato in un atto di violenza nei confronti della donna, richiamando l'attenzione di quanti erano presenti tanto che alcuni di loro sarebbero anche intervenuti in sua difesa.

La ricostruzione
Sembrava una classica serata ceccanese, poca gente in giro e nulla di interessante da fare se non bere qualche bibita fresca in uno dei pochi locali cittadini aperti. Improvvisamente una lite furibonda ha richiamato l'attenzione di chi si trovava a piazza Berardi e nei palazzi che vi si affacciano. Un uomo, stando ai testimoni che hanno assistito al "fuori programma" serale, sembrerebbe aver picchiato la moglie che, per sfuggire alla furia dell'uomo, si sarebbe rifugiata in un sala slot. Il coniuge l'avrebbe inseguita per continuare a picchiarla, non è chiaro se a mani nude o con un casco, visto che le testimonianze dei presenti sono discordanti.

Inoltre, nella confusione che nel frattempo si era scatenata in piazza tra urla e gente che tentava di difendere la donna, avrebbe colpito al volto anche un uomo che stava chiamando i carabinieri. Momenti di smarrimento tra i presenti che non si aspettavano certo di assistere a una lite familiare in pieno centro e in mezzo alla strada. E pare che a bloccare l'uomo, in attesa del tempestivo arrivo dei carabinieri, ci abbiano pensato proprio alcuni dei presenti. I militari hanno subito avviato le indagini per ricostruire la dinamica dell'accaduto. La donna che avrebbe riportato ferite alla testa, ha ricevuto le prime cure dagli operatori del 118 per poi essere trasportata in ambulanza all'ospedale Spaziani di Frosinone.

Dalla piazza reale a quella social
Il gesto di violenza è stato immediatamente condannato dall'intera città, soprattutto sui social. E l'accaduto, anche se al momento non risultano esserci denunce, è entrato nella bagarre politica. A intervenire sono stati i tre candidati a sindaco. L'uomo protagonista del gesto è un candidato della coalizione di Marco Corsi, come confermato dallo stesso Corsi con un post apparso ieri sulla sua pagina social ufficiale dopo che, gli altri due aspiranti sindaci, Roberto Caligiore ed Emanuela Piroli, erano intervenuti sulla vicenda esprimendo la loro ferma condanna per il gesto.

«Io condanno senza "se" e senza "ma" qualsiasi forma di violenza. Caligiore e i suoi sostenitori, però, non si sonolimitati a fare altrettanto e non hanno perso tempo inmattinata amettere inmoto la macchina del fango contro il sottoscritto scrive Corsi, tra l'altro, sul suo post Le sette liste che sostengono la mia candidatura a sindaco, formate da 112 candidati, sono state presentate un mese fa. Mi chiedono una "giustifica zione plausibile" rispetto al fatto che un candidato, senza precedenti penali, sia stato ora denunciato per una condotta deplorevole ancora al vaglio degli inquirenti.

Non esiste la benché minima giustificazione rispetto a condotte del genere. Sarà il diretto interessato, se l'autorità giudiziaria riterrà di procedere, a dover rispondere di terribili accuse. C'è chi, però, ha già dato il via a un processo politico contro il sottoscritto e deve badare bene d'ora in avanti alle parole che utilizza nell'esclusivo interesse di infangare la mia reputazione.
C'è una bella differenza tra la candidatura di una persona che si è già macchiata di violenza contro le donne, che ovviamente l'intera coalizione avrebbe rifiutato con sdegno in un millesimo di secondo, e la commissione di tale reato da parte di una persona a un mese dall'ufficializzazione della sua candidatura. Stanno strumentalizzando un tremendo fatto di cronaca soltanto per tentare di infamare il sottoscritto a pochi giorni dalle elezioni».