Amici e gente comune hanno provato a bloccare le auto dei carabinieri nel tentativo di linciare i quattro trasportati in carcere. Omicidio preterintenzionale per quattro, favoreggiamento per il conducente del costoso suv nero. Scuro come l'anima di chi non ha esitato a dimostrare il proprio machismo prendendosela con un avversario che tale non era. Gli inquirenti starebbero valutando l'aggravante razziale per i quattro assassini del giovane Willy, palestrati e tatuati come esige il copione che solitamente strappa espressioni ammirate dalle naviganti del web finalmente indignate.

All'uscita dalla caserma, nel tardo pomeriggio di ieri, in molti hanno provato ad artigliare le vetture di servizio che portavano gli arrestati in carcere. Espressioni sgomente di dolore e di rabbia verso gli autori di una tragedia che non può avere alcuna attenuante. I mea culpa di chi crede di sgravarsi la coscienza non funzionano. Ammettere di aver fallito o almeno sbagliato nel ruolo di genitori, educatori, istituzioni, non ridà la vita al figlio di immigrati il cui stato nessuno è in grado di comprendere. Il sindaco di Paliano Domenico Alfieri ha avuto reazioni condivise ed apprezzate; il collega di Colleferro Pierluigi Sanna fatica ad ammettere che le notti colleferrine, come quelle degli altri centri limitrofi, non coincidono con la sua visione di città ideale.

Colleferro può fare affidamento sulla presenza di un buon numero di carabinieri, poliziotti e finanzieri; eppure non è bastato. Invocare lo stop alla movida è anacronistico, neppure il covid è riuscito a trattenere in casa i giovanissimi dopo la mezzanotte. Maggiori controlli e più severi provvedimenti, però, non possono attendere. I residenti raccontano di situazioni di invivibilità, di timore nell'uscire di casa e di episodi di spaccio ed altro tra le aiuole dei giardini pubblici. Che la morte di un giovanissimo serva almeno a cambiare uno stato di cose inaccettabile. Una società malata non può adagiarsi sulla debolezza di alcuni magistrati e sulla inesistenza di interventi nel sociale, scuse assolutamente non accettabili. I comuni non possono spendere e spandere per spettacoli pirotecnici e investire zero per combattere o almeno provare a comprendere il disagio giovanile.

Sono scappati subito dopo l'aggressione. A bordo di un Suv in direzione di Artena. E le telecamere di videosorveglianza del Comune di Colleferro hanno registrato il passaggio di quell'auto, un'Audi Q8, che intorno alle 3.30 di domenica mattina sfrecciava a tutta velocità. Ma il gruppo dei presunti aggressori di Willy di strada ne ha fatta poca. Il quartetto, composto da ragazzi tra i 21 e i 26 anni di Artena, è stato individuato dai carabinieri della compagnia di Colleferro l'altra notte a piedi nei pressi di un bar del paese, probabilmente la loro prossima meta. E tutti e quattro sono stati arrestati, nel pomeriggio di ieri, con l'accusa di omicidio preterintenzionale. Sono due fratelli, Marco e Gabriele Bianchi, 24 e 26 anni da compiere a ottobre, atleti di arti marziali miste, e di Francesco Belleggia, 23, e Mario Pincarelli, 21.

I militari dell'Arma ci hanno messo poco a risalire alla loro identità e a rintracciarli. Secondo l'accusa, tutto sarebbe nato nei pressi di un locale di Colleferro. In un primo momento è stato preso di mira un amico di Willy. A quel punto, sarebbe intervenuto il ragazzo di origini capoverdiane per difendere l'amico, chiedendo agli altri di lasciarlo stare e di fermarsi. Un'intromissione che non sarebbe stata gradita per nulla dal branco. A quel punto - secondo quanto emerso nella giornata di ieri dopo ore di ricostruzione sentendo decine di testimoni - sarebbero intervenuti i ragazzi di Artena che si sono poi accaniti sul corpo di Monteiro Duarte con calci e pugni. Una violenza inaudita con colpi anche alla testa di Willy che è caduto a terra e non si è più rialzato. Fatale potrebbe esser stato proprio uno dei calci al capo, ma questo lo dirà l'autopsia disposta dalla procura di Velletri che coordina le indagini.

Feriti leggermente anche due ventunenni di Colleferro, che non conoscevano né gli aggressori né la vittima, e che sono intervenuti in difesa del ragazzo. Per loro dieci giorni di prognosi. Sempre a bordo del Suv i quattro aggressori - in base a quanto ricostruito dai carabinieri - sono scappati in direzione di Artena. Nel frattempo è scattato l'allarme e sono intervenuti i soccorritori del 118, che, purtroppo, non sono serviti a strappare alla morte il giovane. I carabinieri, la cui caserma è poco distante dal luogo dell'aggressione mortale, sono intervenuti, hanno avviato le prime indagini e si sono messi sulle tracce degli assalitori. E li hanno trovati vicino a un bar di Artena.

I quattro, in quel momento solo sospettati, sono stati condotti in caserma dove a lungo sono stati interrogati anche una quindicina di ragazzi presenti in quei momenti a Colleferro. Le indagini sono state condotte dal capitano Ettore Pagnano, comandante della compagnia, dal tenente Agatino Roccazzello del Nucleo operativo e dal maresciallo Antonio Carella, comandate della stazione. In breve, quindi, sono riusciti a identificare i quattro, tra cui ci sono anche i due fratelli. Dopo ore di interrogatori e di incroci dei dati acquisiti, anche grazie alle telecamere del Comune di Colleferro che hanno fornito un prezioso contributo alle indagini, il cerchio si è stretto intorno ai quattro di Artena.

Per loro è così scattato l'arresto in flagranza di reato con la contestazione di omicidio preterintenzionale.
Nella serata di ieri sono stati condotti in carcere a disposizione dell'autorità giudiziaria. Momenti di tensione all'esterno della caserma al momento dell'uscita delle auto dei carabinieri con a bordo gli arrestati. Sono volati insulti e anche qualche oggetto contundente.

di: Raffaele Calcabrina

Sabato sera. Il centro di Colleferro inizia a riempirsi soprattutto di giovani. Nei locali iniziano a entrare i primi ragazzi per trascorrere una delle ultime serate estive di questo 2020. Willy sta terminando il lavoro all'Hotel degli Amici ad Artena, il suo amato lavoro, al ristorante dell'albergo. Sta dando il suo prezioso aiuto come cuoco. Tolto il grembiule si prepara per andare a Colleferro, come tante altre volte. Raggiunge gli amici. Ma mai avrebbe immaginato che, quella dell'altra notte, potesse essere l'ultima serata della sua vita, spezzata a soli 21 anni.

Poco prima era stato con amici nei locali nel cuore di Colleferro, in via Bruno Buozzi. Aveva trascorso una serata piacevole, tra risate e spensieratezza. Da lì a poco quel sorriso è stato cancellato. Pestato a morte perché ha cercato di difendere un suo amico che era stato preso di mira da alcuni ragazzi, identificati successivamente dai carabinieri e arrestati. Tutti di Artena. Paese dove coltivava la sua passione come cuoco. Ha cercato di fare da "paciere" ma è stato colpito con calci e pugni che non gli hanno lasciato scampo. La zona attorno ai giardini di largo Oberdan è diventata la scena di un fatto di cronaca nera salita subito alla ribalta anche delle tv e dei giornali nazionali. Willy Monteiro Duarte, originario di Capo Verde, nato in Italia e residente a Paliano, è stato pestato a sangue e lasciato a terra. Il suo cuore non ce l'ha fatta. Inutili i tentativi di soccorso.

Stando a una prima ricostruzione dell'accaduto, dopo le 3 Willy stava andando a riprendere l'auto parcheggiata poco distante da via Bruno Buozzi. Si è accorto che stava accadendo qualcosa di grave. Ha sentito persone discutere. Si è avvicinato. Ha visto che un suo amico era in pericolo. È intervenuto per provare a calmare gli animi, ma ha trovato la morte. Il buio della notte fonda delle 3 tra sabato e domenica è diventato ancora più fitto. Una scena che non è passata inosservata neppure ad altri due ragazzi, di un anno di età più grande di Willy, due ragazzi di Colleferro.

Sono intervenuti anche loro per aiutare quel giovane, che non avevano mai visto prima, e sono stati aggrediti. Willy da quell'aggressione, purtroppo, non ha avuto scampo. Alle 3.30 la chiamata ai soccorsi. È arrivato il personale medico con le ambulanze per soccorrere i tre ragazzi. La corsa in ospedale, ma il ventunenne era ormai privo di vita. Alla scena, nonostante l'ora tarda, hanno assistito anche altre persone. E altri hanno cercato di bloccare gli aggressori. Il papà di uno dei ragazzi che era con Willy ha raccontato ieri, anche alle tv nazionali alcuni momenti del pestaggio. Suo figlio ed altri ragazzi sono riusciti a scappare, il povero Willy è rimasto a terra. Lo hanno pestato a sangue e preso a calci in testa. Nella sua abitazione, in via Mola del Casale, Willy, non ha più fatto ritorno.

Un ragazzo dal cuore grande, sempre pronto ad aiutare il prossimo. E davanti alla scena di un amico in pericolo, aggredito da alcuni ragazzi, non c'ha pensato su ed è intervenuto per cercare di placare gli animi. Ma non ce l'ha fatta. Il suo bellissimo sorriso è stato spento in una notte fonda di fine estate. Ieri sera oltre mille persone si sono ritrovate a Colleferro per un momento di preghiera nel luogo dove è stato ucciso. C'erano anche i genitori e la sorella. I due locali che si trovano in via Buozzi sono chiusi per lutto. E poco distante la sua auto, rimasta parcheggiata lì, poco distante dai giardinetti. Attorno alla sua macchina, prima di andare via, tanti amici si sono stretti i cerchio come per abbracciarlo.

di: Nicoletta fini