Facebook cancella improvvisamente, e senza spiegazioni plausibili, il profilo di un senatore della Repubblica. È accaduto l'altro ieri a Massimo Ruspandini, parlamentare ciociaro di Fratelli d'Italia, che però ne ha aperto subito uno nuovo, pubblicando un post in cui condanna duramente la decisione del social network. Il senatore, però, non è il solo.

Negli ultimi mesi, ci ha detto Ruspandini, «lo stesso metodo è stato usato con unatrentina dirappresentanti o militanti di FdI». Ma vediamo che cosa scrive il parlamentare sul suo nuovo profilo. «Cari amici, con molti di voi ho condiviso l'amicizia sul mio profilo in tutti questi anni. Ieri (mercoledì, ndr) Facebook ha deciso di cancellare il mio profilo personale e volevo avvertirvi che se non mi troverete non è perchè sono passato al Pd o mi sono iscritto alla religione mondialista del "politicamente corretto" e del pensiero unico. Sono stato vittima dell'odio dei democratici a parole e degli stalinisti dell'omologazione planetaria».

Il senatore ceccanese, comunque, dichiara di prenderla a ridere, anche se non nasconde il suo dispiacere «per le centinaia di fotografie personali perdute, tanti ricordi di vita vissuta con i miei affetti più cari e con tanti di voi. Le foto del nostro impegno civile e politico, delle nostre manifestazioni, dell'amore per la nostra terra, per la nostra Patria. Le immagini della nostra comunità nazionale e provinciale».

Dunque, prosegue Ruspandini, «è bastato un click. E un oscuro burocrate di una multinazionale che fattura miliardi a non finire, il cui prodotto utilizziamo tutti, del quale siamo utenti e a volte schiavi, ha detto che quei momenti andavano cancellati. Forse perché gli odiatori di professione avevano segnalato qualcosa che non rispondeva ai loro canoni di "civiltà". Ammetto che c'è qualcosa di strano - sottolinea il parlamentare - che sta assumendo i connotati di una persecuzione politica. Con la violenza e la forza ci cancellano, ma altri prima di noi venivano soppressi con la violenza o rieducati nei gulag. A noi tocca questo e siamo fortunati».

Parole pesantissime, a cui segue «un abbraccio e un grazie a tutti per il vostro interessamento. Se non piacciamo agli apostoli del turbocapitalismo e ai segnalatori rossi o arcobaleno - conclude Ruspandini -vuol dire che dobbiamo continuare così! A noi hanno insegnato a combattere senza odiare. E così proseguiremo fino alla fine, senza mollare mai».