Sono stimate intorno ai 200 milioni di euro per l'anno in corso le perdite in bilancio delle aziende del settore termale per effetto del Covid 19. Pesanti danni economici che vanno ad aggiungersi ad una situazione di per se già in grave difficoltà per via di tutta una serie di ragioni, certamente infrastrutturali legate alla impossibilità ed spesso alla incapacità negli anni passati dei gestori termali di prima fascia, di restare agganciati alle nuove sfide del mercato.
Le regioni italiane prima del coronavirus continuavano a muoversi a macchia di leopardo, in forma disomogenea in assenza di un accordo quadro nazionale ed un piano condiviso del settore termale, così come invece avviene negli altri Paesi Europei ormai da molti anni.
L'Italia purtroppo, è ancora distante anni luce da quei modelli, che vedono il concetto "cure termali" alla base di un servizio sanitario efficiente teso a migliorare la qualità della vita ed attraverso la prevenzione abbattere significativamente i costi legati alla sanità pubblica.
È provata invece l'equazione da parte del legislatore: "cure termali uguali a vacanze", nonostante centinaia di convegni medico scientifici hanno certificato la validità delle tesi diametralmente opposte: "prevenzione uguale a migliori servizi sanitari ed abbattimento dei costi legati allo stesso". Tutto questo alla base del crollo delle presenze termali in Italia, dove molto stanno incidono anche i ripetuti e giustificati richiami alla prudenza per il contenimento e la segnalazione di nuovi casi d'infezione da coronavirus.
Sta di fatto che da ieri Fiuggi in termini di presenze turistiche è tornata ai livelli del luglio scorso, quando si è registrato un crollo rispetto alla scorso anno, stimato intorno al 70/80%, in linea con le altre città termali italiane. Quello che però incute ancora più timore tra gli operatori del settore è la totale assenza da parte del governo centrale e delle comunità economica europea nel fornire risposte rassicuranti su come uscire fuori da questa crisi che sta uccidendo il comparto turistico termale italiano.
Perché con i soli aiuti sotto forma di ristoro, tra l'altro assolutamente insufficienti sarà impossibile uscirne fuori. Mancano progetti, idee e misure economiche a sostegno adeguate.