Altro che cervelli in fuga. Ad abbandonare una delle più nobili tra le professioni stando ai dati forniti a livello nazionale sono anche gli avvocati, soprattutto giovani, costretti a cercare altre occupazioni. Ma il fenomeno è trasversale. Il caso dell'avvocato pugliese che a 58 anni si è rimesso sui libri per entrare nel mondo dell'insegnamento ha fatto scuola.

Cassino, come le altre realtà italiane, è pronta a fare i conti con un progressivo impoverimento dei professionisti del diritto, acuito dall'emergenza Covid.
Ma, rispetto ad altre realtà, la professione in questo territorio "tiene" abbastanza. La spallata è infatti prevista nel 2021.

Il Foro "tiene bene"
Di vere e proprie "defezioni" nella realtà del Foro di Cassino non si può proprio parlare. Dei 1.967 iscritti (dati riferiti al 30 giugno) compresi i praticanti semplici e quelli abilitati parliamo di 1.597, esclusi i praticanti occorre prima di ogni altra cosa tracciarne un profilo.
Fino a 35 anni, il Foro di Cassino può contare su 41 uomini e 107 donne; da 36 a 45 anni ci sono 199 uomini e 330 donne; da 46 a 60, 281 uomini e 242 donne; oltre i 60 anni sono 156 uomini e 23 donne.
I nuovi professionisti del diritto, nella nostra realtà, sono donne in carriera e impegnate in larga parte nel civile e nel diritto di famiglia. Nella fascia 35-45 anni, infatti, le donne risultano essere 437 a fronte di 240 uomini.
Quelle, però, che a conti fatti pagano più di tutti lo scotto della crisi, tra figli da accudire e professione da mandare avanti.

Non è colpa del Covid
Con lo stop forzato del Covid la giovane avvocatura è stata sicuramente quella che ha risentito di più della situazione. Ma al momento cancellazioni di massa dalla Cassa non sono state registrate. Anzi. Il dato, però, va analizzato sotto un profilo sociologico più che economico, poiché tra tasse sospese e bonus (quello da 600 euro) i dati sono fermi al 30 giugno e rispettano la tendenza dell'intero anno. Sono quasi tutte donne le professioniste che hanno chiesto la cancellazione a domanda. Ovvero su base volontaria. Si tratta in larga parte di giovani professioniste che hanno vinto concorsi o trovato altri lavori e che, quindi, hanno abbandonato la professione.

Nel Foro di Cassino ne sono 24 nel periodo che va da 1° gennaio al 30 giugno 2020 : un numero esiguo rispetto agli iscritti. Scendendo nel dettaglio, le professioniste cancellate risultano essere 8 quelle fino a 35 anni; da 36 ai 45 anni sono 16; 3 quelle tra 46 e 60 anni. La maggior parte delle donne che hanno chiesto la cancellazione non superavano comunque i 45 anni.
Senza contare decessi e trasferimenti. Gli uomini che risultano aver avanzato domanda di cancellazione risultano essere solo quattro: uno con meno di 35 anni; due tra 36 e 45 anni. Uno tra i 46 e i 60 anni oltre a un pensionamento. Dati che permettono di dare una lettura sociologica della professione, con 24 donne a fronte di 4 uomini. Ma non veritiera da un punto di vista fiscale: tasse sospese e bonus potrebbero falsare i dati finali.
Prematura, dunque, un'analisi legata all'effetto Covid.

Dietro a questi numeri ci sono le valutazioni di professionisti giovani e non che in alcuni casi, a prescindere dal Covid, hanno appeso la toga al chiodo per cercare alternative più stabili e più solide.
Mettendo tutti i sogni in un cassetto.

Difficoltà e conti: il bonus
La difficoltà reddituale dei giovani avvocati di Cassino rispecchia la media nazionale. Basti pensare che due avvocati su tre ha fatto domanda per il bonus da 600 euro, oltre 1.000 avvocati del Foro di Cassino su 1.597. Perfettamente in linea con la media nazionale le cui stime parlano di 140.000 istanze. Ma al di là delle cifre, la crisi del settore andrebbe analizzata nelle sue peculiarità: solo in questo modo sarebbe possibile intervenire con servizi mirati per incentivare il lavoro delle donne o quello dei professionisti più maturi, offrendo sostegni concreti e validi.