Migliorare la qualità dell'aria entro il 2025. È l'obiettivo del nuovo piano regionale di risanamento della qualità dell'aria. Il piano, elaborato con il concorso dell'Arpa Lazio, c'è già. Varato dalla giunta, sarà presentato a settembre e sarà aperto a modifiche e eventuali suggerimenti e osservazioni da parte delle amministrazioni pubbliche (Regione, Province e Comuni) che poi saranno tenute a rispettarlo. Anche per evitare che il Lazio ricada nella procedura d'infrazione dell'Unione europea per il superamento dei limiti per le polveri sottili.

È prevista una restrizione delle misure in vigore per abbassare i livelli di inquinamento. A tal fine, essendo Roma e la Valle del Sacco le aree più inquinate della regione, sono stati pensati provvedimenti specifici per i comuni ricadenti nella fascia 1 (i ciociari sono 60), quella più soggetta a questo tipo di rischi.
Una prima serie di provvedimenti riguarda la riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento domestici. In particolare dal 15 ottobre al 15 marzo per gli immobili dotati di impianti a multicombustione «è disposto il divieto di utilizzo di apparecchi per il riscaldamento domestico funzionanti a biomassa legnosa». Il provvedimento si applica a camini chiusi, stufe e altri impianti alimentati a biomassa legnosa «che non garantiscano un rendimento energetico» maggiore o uguale al 75%. Il divieto si applica a tutti i paesi la cui quota altimetrica risulti uguale o inferiore a trecento metri sul livello del mare. In Ciociaria sono 33. Peraltro i Comuni «dovranno individuare con proprio atto le zone situate al di sotto della suddetta quota ai fini dell'applicazione del divieto stesso; in caso di mancata individuazione, tutto il territorio comunale sarà oggetto del divieto». E il numero dei centri sottoposti all'obbligo potrebbe aumentare.

Il piano prevede la sostituzione degli impianti a biomassa con il metano o il gpl. Tuttavia, è previsto che «qualora non sia possibile, per mancanza di spazi, installare il contenitore del gas, è ammesso esclusivamente l'impiego di gasolio e kerosene anche emulsionati». Gli impianti a biomassa sono sostituibili pure «con climatizzatori dotati di tecnologia ad inverter e di pompa di calore», almeno A+. In caso di sostituzione della caldaia, andrà sostituita con una a condensazione, sempre classe A.
Per favorire la trasformazione degli impianti, si prevedono incentivi. «La misura specificatamente prevede per la Valle del Sacco ed in minor misura percentuale nel resto della regione - si legge nel piano - l'incentivazione della sostituzione degli impianti domestici alimentati con biomasse legnose con nuovi apparecchi a minori emissione, con le seguenti percentuali di sostituzione: il 90% dei caminetti tradizionali e il 20% delle stufe a legna nella Valle del Sacco (24.000 apparecchi); il 50% dei caminetti tradizionali e il 20% delle stufe a legna nel resto della regione (73.000 apparecchi). Per poter raggiungere le quote di rinnovo previste si ipotizza di accostare alle detrazioni già previste a livello nazionale (50% di detrazione) un'ulteriore quota pari al 50% del costo rimanente attraverso incentivi regionali secondo lo schema di suddivisione del costo dell'impianto termico: 50% detrazioni fiscali, 25% Regione, 25% cittadino». L'adeguamento per la Valle del Sacco e per i comuni in classe 2 deve avvenire entro fine 2023.

Tra i compiti previsti per i Comuni ci sono: affidare i lavori, nell'ambito degli appalti pubblici, a ditte che utilizzano mezzi a basso impatto ambientale, favorire la circolazione e la sosta di veicoli alimentati con carburanti alternativi, promuovere la realizzazione di stazioni di ricarica per i veicoli elettrici, all'interno e all'esterno delle stazioni di rifornimento.
Tra i compiti delle Province i controlli delle emissioni degli impianti industriali soggetti ad autorizzazione, mantenere aggiornato l'inventario delle emissioni, adottare i piani del traffico per la viabilità extraurbana, condizionare l'affidamento dei lavori pubblici a ditte che usano mezzi a basso impatto ambientale. La Regione dovrà incentivare la riconversione degli impianti di riscaldamento a biomassa, «dando la priorità ai Comuni dell'agglomerato di Roma e della zona della Valle del Sacco», incentivare il ricorso alle fonti rinnovabili, promuovere iniziative per impianti di cogenerazione e teleriscaldamento.

Ribadite le limitazioni al traffico veicolare dal 1° novembre al 31 marzo di ogni anno con divieto, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30 della circolazione per le auto alimentate a diesel fino a Euro 4 e fino a Euro 5 entro il 1° novembre 2024. «La limitazione si applica prioritariamente nei centri urbani con popolazione superiore a 10.000 abitanti presso i quali opera un adeguato servizio di trasporto pubblico locale». Alle società del trasporto pubblico è richiesto il potenziamento del servizio, l'utilizzo di mezzi elettrico o ibridi nei centri storici, agevolazioni tariffarie per utilizzatori abituali del servizio, installazione di paline intelligenti con informazione in tempo reale sui passaggi dei mezzi.

Tra i provvedimenti speciali per la Valle del Sacco: possibilità di definire aree pedonali e ztl nonché prevedere una tariffa d'uso per il transito in determinate strade. Da novembre a marzo i comuni possono vietare la circolazione la domenica dalle 8 alle 18 in alcune zone del centro urbano, organizzando eventi di sensibilizzazione. Nei centri oltre i 10.000 abitanti è introdotta la circolazione a targhe alterne da dicembre a marzo. Obbligo di chiusura delle porte di accesso degli edifici con accesso al pubblico per evitare dispersioni termiche. In caso di superamento dei limiti degli inquinanti i Comuni devono provvedere a intensificare il lavaggio delle strade, al blocco totale o parziale della circolazione, alla limitazione del riscaldamento degli edifici.