Ennesimo incidente stradale sulla superstrada Cassino-Formia. La tragedia è stata sfiorata la notte scorsa, quando, intorno alle 22, una Bmw è finita sul terrapieno che costituisce la rotonda all'uscita di San Giorgio. Per fortuna l'autista non ha riportato ferite gravi. Sul posto sono immediatamente accorsi i carabinieri della Compagnia di Pontecorvo e il 118.
L'incidente ha riacceso i riflettori, mai spenti, sulla pericolosità della strada regionale che collega due importanti città come Formia e Cassino e che poi prosegue, non causando meno preoccupazione negli automobilisti, verso Sora.

Un altro piccolo sinistro è avvenuto anche la mattina di lunedì nel territorio comunale di Ausonia, all'altezza dell'uscita per via Marri. Anche in questo caso, fortunatamente, tanta paura ma nessun ferito grave.
Questa estate la superstrada 630 Cassino-Formia ha fatto la sua prima vittima nello scorso mese di giugno, quando un'ottantanovenne di Pontecorvo, Silvana Pellecchia, è deceduta a seguito dello scontro avvenuto all'altezza del territorio di Ausonia tra l'auto su cui viaggiava e che era condotta dal figlio, che a sua volta ha riportato notevoli traumi, e la macchina dell'ex sindaco di Coreno Corte, che ha subito una frattura. Appena qualche giorno dopo, un'Alfa Romeo e un'autocisterna si sono scontrate all'altezza del comune di Esperia.

È ancora attiva, nel frattempo, la petizione online lanciata da un giovane di Ausonia, Christian Vizzaccaro: «Non abbassiamo la nostra voce, affinché la superstrada Cassino-Formia sia messa finalmente in sicurezza e affinché da parte degli automobilisti e di tutti i guidatori ci siano maggiore attenzione e sensibilità nei confronti della necessità di rispettare il codice della strada. Dobbiamo continuare a piangere fratelli, padri e amici prima che qualcuno faccia qualcosa? Guidare in sicurezza è un nostro diritto, nulla di più. Chiediamo a tutta la comunità di firmare questa petizione, facciamoci sentire e facciamo in modo che qualcuno senta la nostra voce e i nostri pianti ormai esausti», l'appello di Vizzaccaro.