Doveva essere una bufera e invece arriva adesso come una pioggerella sottile che a malapena bagnerà quelli sorpresi senza ombrello. Accade perché la legge non è uguale per tutti, come sembra suggerire il caso giudiziario approdato qualche giorno fa alla fase della notifica della chiusura delle indagini preliminari, dopo sei lunghissimi anni di giacenza nell'ufficio di un Gip del Tribunale di Roma chiamato nel 2014 a decidere sulla richiesta di applicazione di misure di custodia cautelare nei confronti di 9 persone per le ipotesi di corruzione e di turbata libertà degli incanti. A distanza di sei anni, il giudice per le indagini preliminari non poteva fare altro che mettere nero su bianco che le esigenze per l'applicazione delle misure richieste sono venute meno, e con quella motivazione scontata ha rimesso il fascicolo nelle mani della Procura di Roma che attraverso il Pm Maria Cristina Palaia aveva condotto l'inchiesta e formulato le richieste.

A raccogliere i cocci di quella inchiesta durata due anni e all'epoca ricca di risultati raccolti con ogni mezzo investigativo, è stato recentemente il Pm Luigia Spinelli, che ha cercato di salvare il salvabile espungendo dal fascicolo tutti i reati già prescritti o prossimi alla prescrizione, compresa la turbata libertà degli incanti, escludendo dal fascicolo i circa cinquanta indagati che figuravano nell'indagine nel 2014 e concentrato l'attenzione soltanto sulle nove persone per le quali, con l'ipotesi di accusa di avere dato vita ad un'associazione per delinquere, il Pm Palaia aveva chiesto misure restrittive della libertà personale. E così, con la contestazione residua della corruzione, con l'aggravante del coinvolgimento di pubblici uffici, il Pm ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari all'ex Presidente dell'Autorità Portuale di Civitavecchia-Fiumicino e Gaeta, Pasqualino Monti; all'allora capo dell'Ufficio Gare della stessa Autorità Portuale, Ferruccio Bonaccioli; all'imprenditore Carlo Amato, amministratore della Icem e procuratore speciale della Somes srl, 61 anni, originario di San Cipriano d'Aversa e residente a Sant'Apollinare; all'imprenditore di Ciampino Luciano D'Orazio, titolare della Impre.Dor srl; a due dirigenti della Regione Lazio, Dante Novello e Raffaella Pepe; a Marco Acciari, dipendente della Regione Lazio, all'epoca impiegato presso la segreteria della Vicepresidenza della Giunta regionale; alla ex dirigente del Comune di Formia Marilena Terreri e all'ex consigliere comunale di Formia, oggi consigliere regionale di Forza Italia, Pino Simeone.
Accuse di corruzione aggravata uguali per tutti, distribuite in dieci diversi capi di imputazione per condotte tutte relative agli anni 2012 e 2013 e connesse a lavori edili che facevano capo all'Autorità portuale.

L'indagine era partita dopo che i carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina avevano cominciato ad interessarsi di una serie di appalti connessi a lavori di edilizia portuale nel basso Lazio, lavori che nel periodo compreso tra il 2007 e il 2011 risultavano essere stati affidati ad alcune imprese che facevano tutte riferimento all'imprenditore Carlo Amato. Risalendo la corrente delle gare promosse dall'Autorità portuale seguendo gli spostamenti e i contatti personali di Carlo Amato, i carabinieri avevano messo insieme, un tassello dopo l'altro, una serie di situazioni confluite in una monumentale informativa di reato finita per competenza territoriale sul tavolo della Procura di Roma. Così, tra intercettazioni telefoniche e ambientali era venuto fuori, come si apprende dall'avviso di 415 bis, che Carlo Amato avrebbe pagato la dirigente regionale Raffaella Pepe per ottenere informazioni sui ribassi da praticare nella gara di appalto per la sistemazione idraulica del Fosse delle Frattucce in località Acuto in provincia di Frosinone.

Che la stessa Pepe avrebbe accettato denaro e altre utilità per consentire alla Icem di eseguire una variante durante i lavori per l'antico Porto Neroniano di Anzio.
Che anche l'altro dirigente regionale Dante Novello avrebbe accettato denaro da Carlo Amato per turbare la gara per i lavori di sistemazione del Fosso della Conca di Fiuggi e consentire l'aggiudicazione della gara alla Somes srl. Lo stesso Novello avrebbe percepito mille euro e poi un'altra somma indeterminata di denaro per favorire l'affidamento alla Icem della ricostruzione del litorale di Minturno.

Di cinquemila euro sarebbe stata invece la somma percepita da Marco Acciari, della segreteria della Vicepresidenza regionale, per favorire l'onnipresente Amato nell'aggiudicazione di una gara bandita dall'Assessorato regionale all'Ambiente. Ancora Dante Novello, avrebbe percepito somme di denaro anche dall'imprenditore Luciano D'Orazio per i lavori di ripascimento della spiaggia del Lungomare della Salute a Fiumicino. La dirigente comunale di Formia Marilena Terreri avrebbe invece accettato la promessa di denaro fattale da Carlo Amato per assicurarsi l'aggiudicazione di gare d'appalto; la Terreri avrebbe indirettamente percepito, attraverso una società di Latina, poco meno di tremila euro, denaro ritenuto prezzo della corruzione.

E poi è la volta dell'allora consigliere comunale Giuseppe Simeone, che secondo gli inquirenti avrebbe accettato la promessa di diecimila euro per favorire la società di Carlo Amato nei futuri procedimenti di aggiudicazione di Lavori Pubblici a Formia e in relazione a una concessione avente ad oggetto un'area presso il territorio dello stesso comune. Perfino il Presidente dell'Autorità Portuale di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta, Pasqualino Monti, è accusato di aver ricevuto una somma indeterminata di denaro da Carlo Amato per turbare una gara di appalto che prevedeva una serie di interventi sul litorale e nel porto di Civitavecchia.

Infine, l'ultimo capo di imputazione riguarda Ferruccio Bonaccioli, all'epoca Capo dell'Ufficio gare dell'Autorità portuale, che avrebbe intascato mille euro per favorire l'aggiudicazione alla Somes dei lavori di messa in sicurezza di un dente di attracco della banchina 18 del porto di Civitavecchia. Un vero e proprio sistema che aveva funzionato a meraviglia tra il 2012 e il 2013, proprio mentre i carabinieri di Latina studiavano in diretta i protagonisti degli episodi finiti nei capi di imputazione riveduti e corretti sei anni dopo dal pm Luigia Spinelli.