Si era innamorato perdutamente di una sua dipendente. Ma non era ricambiato. Ma non si è dato per vinto, e ora rischia di finire sotto processo per l'accusa di stalking, ma anche violenza sessuale. M.M., 62 anni, titolare di un bar nel capoluogo, dovrà comparire ad ottobre davanti al giudice per le udienze preliminari. In quella sede si troverà faccia a faccia con la sua accusatrice, nonché sua ex dipendente di 34 anni di Ceprano. I fatti contestati all'uomo, originario di Cervaro, riguardano un arco temporale che va da febbraio a dicembre del 2019. Due le contestazioni: quella di stalking per avere - come gli viene contestato sulla base delle indagini svolte dalla questura di Frosinone - minacciato e molestato la barista «in modo da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia e paura e da costringerla ad alterare le proprie abitudini di vita evitando la stessa di ritrovarsi da sola» con l'uomo durante i turni di lavoro.

E, dopo aver interrotto il rapporto di lavoro sul finire dell'anno scorso, la donna avrebbe perfino evitato di tornare a Frosinone pur di non incontrare l'ex datore di lavoro. In questo caso la procura ha contestato anche l'aggravante di aver commesso il fatto oltre che con l'ausilio di mezzi informatici e telematici e con l'abuso della relazione d'ufficio in relazione al fatto che si tratta di titolare e dipendente. La seconda accusa è di violenza sessuale: la donna ha denunciato che in due occasioni l'uomo l'avrebbe spinta alle spalle e l'avrebbe baciata sul collo, e, in una delle due, provando, senza riuscirci, a toccarle il seno.

Stando alle accuse, in pratica, l'uomo avrebbe tempestato di messaggi whatsapp per controllare i suoi spostamenti e chiedere con insistenza dettagli sulla sua vita intima. Inoltre, la procura sostiene che la donna sia stata demansionata al lavoro proprio perché rifiutava di concedersi. Durante un viaggio di lavoro l'imprenditore avrebbe proposto alla dipendente di soggiornare nella stessa camera d'albergo. In un'altra occasione alla donna che chiedeva un'ultima possibilità sul lavoro, l'uomo le avrebbe risposto "solo se fai l'amore con me tre volte al giorno". In un'altra occasione il titolare del bar rispondeva alla ragazza: "da oggi sei una commessa come le altre e meno ti sento e ti vedo meglio è".

Altri messaggi acquisiti nel corso delle indagini danno conto del fatto che l'uomo scriveva "se accettassi le mie avance sarebbe tutto più semplice" oppure "sarò il tuo incubo". L'avrebbe poi minacciata di mandarla a "pulire i cessi" e di regolare lo stipendio di conseguenza.
Inoltre, anche quando la donna aveva cambiato lavoro, l'uomo l'avrebbe denigrata di fronte ai nuovi titolari screditandola sia professionalmente che personalmente. Per la violenza sessuale contestata, secondo l'accusa l'uomo una volta con una scusa l'avrebbe convinta ad andare con lui nel seminterrato e l'altra l'avrebbe invitata a casa per parlare di questioni lavorative. In entrambe le occasioni l'avrebbe baciata prendendola alle spalle.