La storia della "Civitas Mariae" sulla quale viene chiamato a pronunciarsi il Comune di Cassino è l'ennesima brutta pagina di incredibile autolesionismo ai danni del nostro territorio. Che anche questa volta corre il pericolo di un tremendo autogol nella difficilissima e sempre più complicata partita tra sopravvivenza e rilancio.

Dietro la lettera con cui un gruppo di sacerdoti chiede un impegno formale al consiglio comunale per dedicare la città martire alla madre di Gesù Cristo, non c'è solo un normalissimo richiamo spirituale alla Madonna ma si nasconde un tentativo, sfuggito forse solo a Salera e ai suoi assessori, di oscurare ancor di più ciò che di Cassino e dell'intera provincia è il punto più alto in termini di storia, di identità e di riconoscibilità.

Chi non capisce che questa non è una guerra tra santi ma un maldestro "giochetto" di palazzo per indebolire quel connubio tra San Benedetto e Cassino, quel filo potente e indissolubile che unisce la città martire all'Europa e al mondo, rischia di debilitare un concetto che invece, governando le sorti della comunità, dovrebbe contribuire a rafforzare, valorizzare e tramandare giorno dopo giorno.

Non si tratta di negare un tributo civico alla Madonna alla quale ogni cristiano dedica naturalmente la propria città ma di danneggiare, senza motivo, la radice culturale e spirituale grazie alla quale tutto il mondo sa dove sono Cassino e la magnifica abbazia eretta da San Benedetto.

"Non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma piuttosto per metterla in alto, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa", recita il vangelo di Matteo. Una luce nei secoli bui, un esempio fulgido.
San Benedetto, un faro per l'umanità, capace di sradicare convinzioni stantie, paradossi e storture della storia. Ha aperto le menti, ha posto le basi per la più imponente opera di recupero della cultura della quale ci nutriamo: tesori autentici per la formazione occidentale.
Ha attirato a sé intellettuali, regnanti, nobili e pontefici nella sua disarmante umiltà.

Ha "costruito" il Vecchio Continente con quei monasteri sorti in quella che oggi chiamiamo Europa. La "diocesi" non nasce subito. Qualche secolo più tardi un primordiale nucleo della Terra di San Benedetto, compreso tra le conte di Aquino, Teano, Comino, Venafro e il ducato di Gaeta. I mille anni di Cassino Non solo. Dopo Bertario, che tentò l'impresa, fu l'abate Teobaldo a "costruire"l'attuale Cassino, terra di matrice benedettina. Lo fece intorno alla chiesa del Salvatore diventata poi "San Germano". Si era tra il 1022-1035.
Accettando questa come data di riferimento, si avvicina il millennio.

Un unico respiro
I miracoli fioriscono in una terra scelta dai Cieli. Culla di santi come Scolastica oppure Tommaso d'Aquino (che pure a Montecassino affrontò un periodo di studi).
Culla di abati diventati Papi. Su tutto e su tutti la Regina del Cielo, degli angeli e dei Santi. La "madre" che è venuta a donare i suoi miracoli. A troneggiare nella Concattedrale, l'amata chiesa madre, c'è la statua lignea dell'Assunta dove, da secoli, i cassinati si inginocchiano. «Risale al XVII-XVIII secolo.
Poi fu radicalmente restaurata nel 1837 da Francesco Petronzio. In quello stesso anno, nel giorno 9 luglio, il popolo prese la statua, ancora in restauro, e la portò in processione per le vie dell'allora S. Germano, flagellata da un morbo che mieteva vittime, per chiedere la protezione e l'intercessione della Madonna che, immediatamente, fece terminare l'epidemia.
A distanza di circa mezzo secolo scrive Gaetano De Angelis-Curtis in "Studi Cassinati", anno 2019, n.
3 un altro momento miracoloso segnò, di nuovo, la protezione dell'Assunta nei confronti degli abitanti di Cassino, con la città in preda al colera nel 1882 o, forse, 1887».

Devozione trascinante per migliaia di fedeli. Così, di recente, i 10 parroci di Cassino hanno presentato una richiesta al Comune per denominare Cassino "Civitas Mariae". Una cittadinanza onoraria alla Madonna con la consegna delle chiavi durante l'incoronazione del 14.
Per i sacerdoti una "ratifica" dell'esistente, un culto secolare, un modo per rendere grazie a Maria per la sua continua opera di intercessione. Per i cassinati tutto ciò che riguarda la Madonna è ben accetto.

Ma non mancano preoccupazioni mentre i più addentrati leggono tra le righe la volontà di una diocesi di muovere passi decisi verso la totale autonomia, dopo il motu proprio del Papa. La "scissione" porta la data del 3 ottobre 2014. La "Terra Sancti Benedici" ha 53 parrocchie e circa 80.000 battezzati.
Papa Francesco, con il motu proprio Catholica Ecclesia, va a ridurre il territorio dell'abbazia alla sola chiesa abbaziale e al monastero. Tutto "migra" verso la diocesi di Sora. Padre Donato Ogliari viene scelto dal Papa quale 192° successore di San Benedetto.

Il vescovo Gerardo Antonazzo è a capo della nuova diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Seguono anni di adattamento. Passaggi di consegne non facili, gestiti con discrezione. Pian piano la via per l'abbazia e quella per Cassino si biforcano sempre di più. San Benedetto resta patrono della città, insieme all'Assunta e a San Germano come Cassino resta nota nel mondo per quel santo che ha ispirato anche criteri economici e culturali oltre che spirituali e formativi.

I sacerdoti della terra ai piedi del cenobio promuovono, intanto, una sorta di atto di consacrazione a Maria.
Coinvolgono il Comune per dichiararla "prima cittadina".
Strade che si biforcano ancora, in mezzo a secoli di beata convivenza? Lo storico Emilio Pistilli che, pur condividendo l'articolo di ieri sulla pagina Fb della diocesi riferita al "titolo in più non divisivo", si domanda «quale sia la competenza del consiglio, essendo materia ecclesiastica. Per me il Comune non ha competenza a dichiarare la Civitas Mariae.
Non vedo macchinazioni a discapito di San Benedetto però molti si pongono il dubbio leggendo la lettera.
Magari il Comune può associarsi ma non è che deve deliberare per approvare. Se poi si devono mettere i cartelloni allora si fa la richiesta mirata».

L'ok della giunta c'è stato un paio di giorni prima del famoso 9 luglio. Potrebbe andare in assise intorno al 10 agosto. Lì si apre una nuova partita. Più di qualcuno ha già ironizzato "gioca coi fanti, lascia stare i santi".

di: Katia Valente