Si riaccende il dibattito per la realizzazione della futura moschea di Frosinone. Se il progetto di viale America Latina sembra definitivamente abbandonato per una serie di carenze del sito individuato, a cominciare dall'accesso stradale sulla via principale, con contestuale controproposta dell'amministrazione di procedere a una permuta per trovare un'area alternativa, i residenti della zona non sono ancora convinti e tornano alla carica. E lo fanno su più fronti.
Contestano per prima cosa la risposta del settore Pianificazione territoriale, Sue e ambiente del Comune di Frosinone sulla richiesta dei residenti di attivare il difensore civico regionale.
Quanto al progetto di moschea il Comune ha ribadito che «le attività iniziali intraprese da questo settore non hanno determinato alcun procedimento urbanistico e/o edilizio concreto ed attuale, comunque compiuto da poter determinare così come previsto dalla normativa in materia, la fase dell'avvio del procedimento per la partecipazione, di "Associazioni, interessati ed altri", per eventuali osservazioni e contributi». I residenti non ci stanno e contestano: «assolutamente nulla di nuovi dice il Comune sul motivo del ricorso e quindi sull'ulteriore sollecito in proposito da parte del difensore civico».
Il comitato chiede «al difensore civico di prendere atto di tale ripetuto comportamento del Comune, volto in effetti a non chiarire alcunché in merito (ma solo a contestare altre questioni ed altri soggetti peraltro neppure destinatari della nota del Comune) e di conseguenza a definire una volta per tutte tale procedimento». D'altro canto il comitato diffida il Comune a rilasciare l'autorizzazione alla costruzione della moschea nelle aree oggetto di una successivamente compravendita tra l'associazione islamica e due privati. L'area in questione, peraltro, è reclamata anche dal Comune, nell'ambito della lottizzazione, per le opere di urbanizzazione previste dalla convenzione.
E proprio su tale versante è pronta anche l'impugnativa dell'atto con il quale si è formalizzata l'ulteriore acquisizione da parte dell'associazione islamica. Il comitato contesta la «vendita per possesso» dell'ulteriore lotto di terreno che sarebbe servito a ottenere il minimo necessario per realizzare l'intervento urbanistico. Ovvero il «possesso ultraventennale pacifico e interrotto» che, secondo i venditori sarebbe servito a sanare una situazione già di fatto realizzatasi con la vendita della porzione principale del terreno, quella inizialmente interessata dal primo progetto della moschea.