Dovranno comparire l'8 gennaio 2021, davanti al giudice monocratico. Antonio Ciotoli, ex commissario dell'Ater, e Nicoletta Paniccia, direttore generale dell'ente, sono stati rinviati a giudizio dal gup del Tribunale di Frosinone Ida Logoluso per una vicenda che risale al 2016. Tutto è nato dalla vertenza aperta dall'avvocato Eliana Scognamiglio contro l'Ater di Frosinone. Vertenza conclusasi con una pronuncia della Corte d'appello di Roma favorevole alla assunzione del legale da parte dell'ex Istituto case popolari.

A seguito di una testimonianza nella causa di lavoro, ha preso le mosse l'indagine che ha portato, in prima battuta, alla citazione diretta a giudizio per l'allora commissario straordinario dell'Ater di Frosinone Antonio Ciotoli e per il direttore generale Nicoletta Paniccia. La difesa ha sollevato, fin da subito, la questione del mancato svolgimento dell'udienza preliminare, essendo contestato l'intralcio alla giustizia nonché, alla sola Paniccia, la diffamazione. Richiesta accolta tanto che gli atti del procedimento sono tornati al pm con la successiva celebrazione dell'udienza preliminare e il rinvio a giudizio dei due imputati avvenuto in queste ore.

Parti offese nel procedimento sono l'avvocato Eliana Scognamiglio e la testimone, rappresentate dagli avvocati Giorgio Martellino e Filippo Misserville. Stando all'imputazione, in concorso tra loro Ciotoli e Paniccia avrebbero pressato la teste «affinché - sostiene l'accusa - cambiasse il contenuto della testimonianza» del 28 novembre 2016 alla Corte d'appello, nel procedimento civile promosso dall'avvocato Scognamiglio. L'episodio viene ricondotto a una contestazione disciplinare a carico della dipendente, accusata dai vertici dell'Ater di aver reso davanti ai giudici romani dichiarazioni potenzialmente dannose per l'azienda e per questo invitata, secondo l'accusa, a fornire dei chiarimenti scritti all'Ater. Alla sola Paniccia, invece, è stata contestata la diffamazione nei confronti dell'avvocato Scognamiglio.

«Ritengo che sia frutto tutto di un grande equivoco - ha detto la dottoressa Paniccia - e conto di poter dimostrare la mia innocenza in sede dibattimentale. Ho avuto sempre un comportamento cristallino e ligio al dovere nell'esclusivo interesse dell'azienda. Nella vicenda specifica, tra l'altro, mi sono limitata ad eseguire ciò che era stato consigliato da altre strutture dell'ente e non avevo certamente margini discrezionali di manovra. Ripeto, sono certa di poter dimostrare la mia estraneità ai fatti contestati proprio per la correttezza delle mie condotte».

Estraneità alle accuse che viene rivendicata anche da Ciotoli: «La mie azioni sono state improntate alla correttezza e al rispetto delle leggi e delle norme. Mi difenderò dalle accuse che mi vengono rivolte con la serenità di chi sa di non aver commesso alcun reato. La mia storia politica, in cui ho ricoperto cariche di grande responsabilità e livello, dimostra la limpidezza e la trasparenza della mia azione. È la prima volta che mi capita di entrare in un'aula di tribunale, ma sono fiducioso di poter dimostrare la mia innocenza. Quando sono diventato commissario all'Ater ho trovato una situazione debitoria milionaria. Sotto la mia reggenza l'Azienda per la prima volta ha chiuso i bilanci in attivo».