Cig non anticipata, norme anti-Covid non applicate alla lettera, poca flessibilità nei confronti dei lavoratori e sindacati non sempre al fianco degli operai. È quanto succede in alcune aziende dell'indotto Fca che, durante questo mese di luglio, vedono gli operai tutti i giorni in fabbrica. Solo domani, venerdì 24 luglio, non si lavorerà: proprio ieri l'azienda ha infatti annunciato che su tutti e tre i modelli - Giulia, Giulietta e Stelvio - farà ricorso alla cassa in deroga e si tornerà poi sulle linee lunedì per l'ultima settimana di lavoro prima delle ferie (dal 3 al 16 agosto). Stesso percorso seguirà l'indotto, a partire dalle aziende che si occupano delle pulizie all'interno dello stabilimento. E proprio in una di queste aziende - per fare un esempio - monta il malessere degli operai.

In primis, perché non ha anticipato la cig e gli operai hanno ricevuto finora dall'Inps un solo pagamento, a metà giugno, mettendo in difficoltà molte famiglie: sono circa 150, infatti, gli addetti impiegati. Alcuni lavoratori sollevano poi un'altra criticità: le mascherine non verrebbero fornite ogni giorno ma sostituite ogni 70 giorni: spetterebbe agli operai portarsele a casa e lavarle. Altre problematiche risalgono invece a prima che scoppiasse l'emergenza sanitaria.

E gli operai lamentano che mai - nè prima, nè ora - hanno ricevuto la vicinanza e il sostegno delle sigle sindacali tant'è che alcuni di loro, per vedere riconosciuti i loro diritti, hanno fatto ricorso alle carte bollate affidandosi ai legali. Lamentele che spesso si sentono in varie realtà del vastissimo indotto dove la tutela sindacale è debole. In altri casi, come si è accaduto nella quarantena Covid sempre per i mancati pagamenti della cig, le sigle si sono fatte sentire a più riprese.

E sempre i sindacati, invece, hanno fatto una grande battaglia in Tiberina per la salvaguardia degli operai interinali e con il segretario Giangrande intendono andare fino in fondo a una vicenda che vede protagonista proprio uno dei lavoratori somministrati.
Di cosa si tratta? Nei giorni scorsi - secondo quanto raccontano alcuni colleghi - l'operaio, che lavora sulla catena di montaggio, sarebbe stato richiamato per le troppe pause.

L'operaio avrebbe spiegato che tali pause per andare in bagno si sarebbero rese necessarie a causa di motivi di salute e di alcuni farmaci assunti. Invitato a fare meno pause l'operaio nella giornata di lunedì - poco dopo le 19 - si è dunque urinato addosso. I colleghi raccontano che, dopo l'accaduto, all'operaio è stato concesso di poter interrompere il turno tornando a casa ma è voluto invece rimanere sul posto di lavoro usufruendo di un cambio che gli è stato fornito. Di quanto accaduto si è discusso nell'assemblea sindacale di ieri in fabbrica: l'allerta resta alta.