Rifiuti abbandonati sotto il ponte di Casalucense, scatta l'allarme per un incendio che in poco tempo ha divorato parte dell'immondizia presente. Il fuoco è stato spento in pochi minuti con l'ausilio di un estintore e il supporto dei carabinieri della stazione di Sant'Elia Fiumerapido, spiegano gli ambientalisti, che sono seriamente preoccupati per il grado di inciviltà e i rischi legati ai continui roghi diffusi su tutto il territorio.
«Poteva essere una catastrofe se le fiamme avessero attecchito, divorando con forza la vegetazione circostante: sarebbe andato in fumo il verde lussureggiante di Casalucense. I rifiuti abbandonati vanno rimossi, con celerità, per evitare che vengano di nuovo presi di mira dagli eco-criminali» tuona Edoardo Grossi, uno degli attivisti sempre in campo membro dell'Associazione nazionale Sanità militare italiana impegnato in questa lotta senza confini senza risparmiarsi mai.
Il problema è davvero sottovalutato: il rischio da dover prendere in considerazione è duplice. Il primo, legato agli effetti che i continui roghi appiccati tra Cassino, Caira e Sant'Elia hanno sull'ambiente, divorato metro dopo metro. Il secondo, direttamente correlato alle sostanze tossiche che i rifiuti (speciali e non) rilasciano nell'aria durante la combustione. Per questo l'attività di monitoraggio ambientale è andata avanti anche durante la fase di assoluta criticità sanitaria, in cui molti hanno creduto di poter "approfittare" della situazione, pensando di non essere puniti. Ovviamente sbagliando.
Così l'operazione "Spegniamo i roghi tossici" lanciata all'inizio del mese di luglio ha assunto un valore supremo: quello di sensibilizzare i cittadini ad azzerare le cattive pratiche di dare a fuoco i rifiuti o gli sfalci e al tempo stesso di invitare gli stessi cittadini a segnalare e a circoscrivere fenomeni ricorrenti. Il primo passo, in questa dura battaglia, è soprattutto culturale.