Celebrata questa mattina una messa in suffragio dell'abate di Casamari padre Eugenio Romagnuolo vittima del Covid-19. Presenti autorità politiche, militari, ecclesiastiche e civili, tra cui il prefetto Ignazio Portelli, i sindaci di Veroli, Boville Ernica, Monte San Giovanni Campano e Sermoneta, rispettivamente Simone Cretaro, Enzo Perciballi, Angelo Veronesi e Giuseppina Giovannoli, il questore di Frosinone Leonardo Biagioli, il comandante della Compagnia carabinieri di Alatri il maggiore Gabriele Argirò, il comandante della stazione di Veroli Giovanni Franzese, il comandante della polizia locale Massimo Belli, il presidente del Frosinone calcio Maurizio Stirpe, il direttore generale della Banca Popolare del Frusinate Rinaldo Scaccia.
La celebrazione è stata presieduta nella basilica dal vescovo Ambrogio Spreafico con il vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo Gerardo Antonazzo.
L'epidemia da Covid-19, con la conseguente sospensione nel marzo scorso delle liturgie pubbliche, aveva impedito la celebrazione della messa esequiale per il compianto padre abate Eugenio, deceduto il 4 aprile.
La ripresa delle celebrazioni liturgiche con i fedeli e l'annullamento del divieto della circolazione interregionale ha consentito ora di celebrarla con la partecipazione dei familiari dell'abate Eugenio e degli amici della comunità monastica di Casamari e dei monaci dei monasteri della Congregazione di Casamari che, convocati nell'abbazia di Casamari, eleggeranno giovedì il nuovo abate di Casamari.
"Cari fratelli e care sorelle, cari Monaci della Congregazione Cistercense di Casamari, siamo insieme in questa antica basilica, luogo di preghiera e di storia cristiana secolare, per pregare ancora una volta per il nostro caro dom Eugenio Romagnuolo, Abate Preside della vostra Congregazione - ha detto il vescovo Ambrogio Spreafico nell'omelia- Lo ricordiamo come uomo di preghiera, dallo sguardo mite e benevolo. Dalla Puglia, terra di origine della sua vocazione monastica, a Valvisciolo e poi a Casamari come Abate.
Potremmo dire di essere di fronte a un monaco con una vita monastica lineare, senza scossoni, ma permeata da una solida vita spirituale che ha arricchito e scandito la vita fraterna e la laboriosità discreta della vostra comunità, sempre con l'intento di ritessere le diversità perché nella preghiera si vivesse quella comunione così caratteristica di una comunità religiosa. Dom Eugenio è stata purtroppo una delle numerose vittime della pandemia che sta ancora affliggendo il mondo.
Fa parte di quella schiera innumerevole di anziani che non ce l'ha fatta a superare questo male che in alcuni momenti è apparso quasi invincibile e di fronte a cui ci siamo trovati a volte sprovvisti dei mezzi necessari, nonostante il progresso della scienza. Non possiamo dimenticare questo senso di impossibilità e l'incapacità a salvare la vita di molti che sono stati colpiti dal Covid-19. Sarebbe troppo facile dimenticare questo dolore a cui dom Eugenio è stato associato. Mi piace allora ricordarlo in compagnia di quei monaci vostri predecessori, che persero la vita in un tempo diverso, ma ugualmente difficile seppur per altre ragioni, i martiri di Casamari, di cui da poco papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto di martirio".
Al termine della celebrazione il ricordo di padre Eugenio e il ringraziamento a tutti i presenti a nome della comunità monastica dal priore padre Loreto Camilli.