Avviso di conclusione indagini per 14 persone finite nell'operazione "Amnèsia" che il 3 giugno scorso ha portato all'esecuzione, da parte dei carabinieri coordinati dal colonnello Fabio Cagnazzo, di 23 misure cautelari personali nei confronti di altrettanti indagati.

A rischio processo Albi Aliu 31 anni, di origine albanese residente a Ferentino, attualmente sottoposto alla misura cautelare della detenzione in carcere nella Casa circondariale di Frosinone, Altin Prendi anche lui albanese, residente a Frosinone, attualmente nel carcere di Cassino, Dik Tafa albanese, residente a Frosinone, ora nel carcere di Frosinone, Angelo Coppotelli 69 anni di Ferentino, Loris Persichilli 20 anni residente a Ripi, Giuseppe Sardelli 31 anni di Pontecorvo, Haxgire Thomaraj 25 anni residente a Frosinone, Antonello Zappatore 30 anni residente a Ceccano, questi ultimi tutti ai domiciliari.

Obbligo di dimora nel comune di residenza per E.O.
61 anni residente a Patrica e per C.P. 45 anni di Castro dei Volsci. Divieto di dimora nel comune di residenza per A.S. albanese 31 anni residente a Ripi e per C.F.
26 anni di Pofi. Avviso di conclusioni indagini anche per F.S.T., 26 anni di Frosinone. Ancora irreperibile Erald Deliu 34 anni di origine albanese.

L'incipit dell'operazione "Amnèsia", dal nome di una droga è partito dalla denuncia per usura da parte di un imprenditore di Pofi ai militari di una stazione del circondario. I carabinieri hanno subito interessato i colleghi del Norm della compagnia trattandosi di un reato molto grave. Le rivelazioni del trentenne non hanno però convinto gli uomini dell'Arma.

Nella ricostruzione della vicenda esposta, hanno evidenziato, infatti, alcune incongruenze che, contestate al denunciante, lo hanno convinto ad ammettere ben altra verità. L'imprenditore ha, infatti, confessato di essere coinvolto in un giro di spaccio di sostanze stupefacenti che interessava le province di Frosinone, Napoli e Roma. Le successive indagini tecniche insieme a numerosi riscontri sulle attività di spaccio hanno consentito di individuare una fiorente e diffusa attività criminale.

Osservazioni e pedinamenti, condotti spesso di notte e nelle più svariate condizioni climatiche, hanno permesso di raccogliere i necessari elementi di prova per l'incriminazione dei destinatari delle misure restrittive odierne, tutti già segnati da un passato delinquenziale e quindi ancor più avvezzi a trasgredire le leggi e a non farsi scrupolo di minacciare il compimento di azioni violente e punitive, pur di ottenere il loro illecito profitto economico.

L'imprenditore ha raccontato ai militari di aver un debito legato a piccoli prestiti richiesti per la sua azienda e di essere vittima di usura. Ovviamente parte del racconto era vera, ma parte totalmente inventata. Quelli che poi sono arrivati a minacciarlo e ad aggredirlo, tanto che spaventato per la propria incolumità e quella dei familiari si è rivolto ai carabinieri, gli avevano offerto un lavoro: trasportare il carico di stupefacenti.

La droga acquistata, anche in quantitativi dell'ordine di chilogrammi, veniva confezionata in singole dosi per essere ceduta ai numerosi assuntori, per un giro d'affari stimato complessivamente di oltre 300.000 euro e un volume di stupefacente movimentato di circa 25 chilogrammi. Nel corso delle indagini, oltre alle ordinanze eseguite il 3 giugno, sono state altresì tratte in arresto sette persone in flagranza di reato, cinque persone denunciate, trenta assuntori di stupefacenti segnalati all'autorità amministrativa.

I militari hanno poi sequestrato oltre 15.000 euro in contanti e stupefacenti per un peso di circa 7 kg tra cocaina, hashish e marijuana. Del collegio difensivo fanno parte gli avvocati Enrico Pavia, Silvana Collalti, Massimo Patriarca, Paolo Pulciani, Antonio Ceccani, Marco Maietta, Emanuele Carbone, Giampiero Vellucci e Daniele Galoppa.