Una cascata piena di schiuma. Dopo Sora, la scia bianca non ha risparmiato Isola del Liri. Il fenomeno si ripete con frequenza preoccupante e tra i residenti delle due città solcate dal Liri la domanda si fa angosciosa: che cosa sta succedendo al fiume? Il sindaco di Sora Roberto De Donatis si è attivato lunedì scorso chiedendo una relazione all'Arpa per conoscere i dati dei prelievi che il 13 luglio sono stati effettuati in zona Valfrancesca, dove si è registrata una moria di pesci.
Anche il consigliere regionale Loreto Marcelli segue l'evolversi delle indagini.

Anche il sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini ha chiesto lumi sia all'A rpa che all'Arta, l'agenzia ambientale della Regione Abruzzo, proprio perché ormai appare chiaro che la schiuma arriva proprio da lì.
Già nella fase del lockdown, ad aprile, il sindaco Quadrini chiese accertamenti sulle acque del Liri; l'Arta rispose di non aver registrato "particolari contaminazioni in atto".

«Ormai tutti sembrano aver preso consapevolezza del problema, non solo le associazioni, ma anche i sindaci e i componenti del "Contratto di fiume" sottolinea Rosaria Villa, portavoce del gruppo di associazioni laziali e abruzzesi "Viviamo il Liri" Noi abbiamo portato all'attenzione dei sindaci abruzzesi una serie di osservazioni tra le quali aumentare il numero di campionamenti ed eventualmente spostare i punti di campionatura, dato che gli attuali forse non sono adatti per indicare il reale stato di salute del fiume.

Anche se c'è ancora qualcuno che vuole far passare il messaggio che possano essere delle schiume naturali. È giusto allora portare all'attenzione della Regione Abruzzo un'istanza; è il tratto abruzzese caratterizzato dal problema anche se poi la schiuma arriva a Sora. Bisogna chiedere all'Arta di fare più controlli e spostarli nei punti più critici conclude Rosaria Villa Solo dopo aver capito se abbiamo un nemico di fronte si può agire con un programma d'intervento».