Ha suscitato clamore la notizia dell'inchiesta della Dda di Napoli sul traffico di droga che ha portato sul banco degli imputati anche Gianfranco Quattrociocchi, il titolare del noto ristorante "Primavera" di Ferentino. E secondo la Direzione distrettuale antimafia di Napoli il ristorante è fallito anche per i debiti con la malavita. Quattrociocchi ha affidato la sua difesa all'avvocato Giampiero Vellucci.
«Nessun collegamento tra il fallimento della società che gestiva il ristorante "Primavera" e il processo attualmente in corso a Napoli a carico di Quattrociocchi, da anni impegnato nella conduzione della rinomata attività di ristorazione - sottolinea Vellucci -. Attività che dopo decine di anni di onorata conduzione, ha purtroppo conosciuto la fine drammatica del fallimento a causa della crisi, che ha attanagliato tutto il settore, in quanto la qualità del servizio nonera piùal passoconi tempi,in quanto i costi connessi all'attività non avevano più consentito di condurla con margini appena accettabili di guadagno.
Agli atti della procedura fallimentare non vi è prova di debiti diversi, se non quelli azionati da soggetti visibili, quali le banche. A questo punto Quattrociocchi, proprio al fine di evitare di prolungare l'agonia dell'attività nonostante avesse mantenuto un'affezionata clientela, ha detto basta e con la morte nel cuore ha deciso di trasferire anche la propria famiglia in un'altra regione dove svolge con proficuo successo l'attività di responsabile sempre nel campo della ristorazione. È ben vero che a Napoli si sta celebrando un processo che lo vede coinvolto, in quanto la Direzione distrettuale antimafia ha effettivamente conseguito la prova di contatti telefonici e di incontri con personaggi realmente coinvolti incontesti malavitosi, ma abbiamo dimostrato che la droga non c'entra nulla, perché altrimenti avrebbe subito perquisizioni.
E se le telefonate avessero avuto una portata realmente indiziaria avrebbe subito, così come il 90 per cento degli imputati coinvolti nel processo, una misura cautelare. Non abbiamo avanzato richieste di rito abbreviato o patteggiamento, che ci avrebbero consentito di uscire subito dal processo, nella consapevolezza che in pieno dibattimento avrebbe evidenziato, così come sta evidenziando, l'assoluta estraneità da contesti malavitosi. Attendiamo con grande serenità e fiducia lo sviluppo del dibattimento ormai al termine per ottenere il risultato che Quattrociocchi merita, a seguito di una verifica dibattimentale che avrà spazzato via totalmente eventuali sospetti di coinvolgimento in traffici o operazioni illecite».