Ci sarebbero debiti nei confronti di un'organizzazione criminale dietro il fallimento e la chiusura del noto ristorante "Primavera" di Ferentino. È questa l'ipotesi formulata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli che sta indagando su un traffico di droga che ha portato a diversi arresti nel 2018.

Concluse le indagini nei confronti di 35 persone, alcune in carcere, altre ai domiciliari, altre ancora a piede libero con il ruolo di semplici indagati. Tra queste ultime anche tre ciociari, tra cui il noto ristoratore di Ferentino, Gianfranco Quattrociocchi, cinquantasette anni, ex titolare del ristorante "Primavera". Gli altri due indagati della provincia di Frosinone sono Claudio Picchi, 55 anni ed Emanuele Verdicchio, 40 anni, entrambi residenti nel capoluogo.

La procura di Napoli ritiene che fossero inseriti, in un ruolo non apicale, in un'organizzazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti con specifico riferimento alla zona del capoluogo ciociaro e del nord della provincia.
Secondo l'accusa i tre ciociari, dei quali uno già noto alle forze dell'ordine, Verdicchio, e gli altri due incensurati, Picchi e Quattrociocchi, erano coloro che nella zona del capoluogo e dell'area nord avrebbero dovuto garantire lo smercio di sostanze stupefacenti dell'organizzazione. Organizzazione con base a Marano di Napoli.

Le indagini hanno permesso di accertare che il giro di affari, connesso alla commercializzazione della sostanza stupefacente da parte del sodalizio criminale, si aggirava sui 100.000 euro a settimana.
Tra gli aspetti più rilevanti dell'inchiesta, quello relativo alle ragioni che hanno portato il ristoratore, da decenni radicato a Ferentino, erede dell'azienda di famiglia, a chiudere la sua attività, ma soprattutto le ragioni che hanno comportato il fallimento.

Gli investigatori ipotizzano che l'indebitamento accumulato dal titolare del ristorante "Primavera" possa essere dovuto a debiti contratti nei confronti dell'organizzazione. In particolare gli inquirenti stanno indagando sul motivo che ha portato il ristoratore a trasferire l'intera famiglia in un'altra regione, essendo assente da Ferentino ormai da tre anni. Si stanno ora valutando, in sede dibattimentale, le posizioni dei ciociari tra cui, quindi, quella del ristoratore.

L'indagine, condotta dall'ottobre 2015 al 2018, ha permesso di individuare un'articolata associazione dedita al traffico di droga e documentare i molteplici canali di distribuzione del narcotico, principalmente in Campania e nel Lazio.