Era il 15 dicembre del 2014 quando i locali sotto l'ex ospedale di Frosinone, in Viale Mazzini, sono stati aperti alla solidarietà, al bisogno. Al bisogno di chi ha bocche da sfamare, di chi non ha un tetto dove trovare riparo, di chi non ha un lavoro, chi deve combattere contro le alte o le basse temperature, di chi ha semplicemente bisogno di essere ascoltato. Avevano iniziato con un discreto numero aumentato poi di anno in anno, fino ad esplodere come è esplosa la pandemia, da marzo scorso. E quelle porte si sono ampliate, quegli spazi sono diventati ancora più grandi, ancora più accoglienti.
Ieri l'inaugurazione dei locali della mensa diocesana per i poveri: ampliate e ristrutturate, le stanze accolgono donne, uomini e famiglie con bambini che si recano per la distribuzione dei pasti. Presenti il vescovo Ambrogio Spreafico, il prefetto Ignazio Portelli, il direttore della Caritas diocesana Marco Toti e gli imprenditori che hanno sostenuto il progetto. La breve cerimonia si è svolta poco prima dell'apertura della mensa. Tavoli pronti per l'accoglienza, l'odore delle pietanze dalla cucina e soprattutto quei sorrisi che trapelavano da dietro le mascherine dei volontari che non sono stati fermati dal Covid-19.
Quei volontari che insieme all'esercito di persone di buona volontà sono stati il lato positivo di questa pandemia. «I pasti caldi sono passati da una media giornaliera di 50 a 270 - ha sottolineato Toti -. Numeri più che quintuplicati». Toti ricordando che la mensa è animata dai volontari della comunità di Sant'Egidio, ha sottolineato il doppio passaggio avvenuto: «non solo il passaggio dalla sede fisica, da un locale ad un altro più grande della mensa, grazie al contributo della Asl di Frosinone, anche dell'ex direttore Stefano Lorusso, e di diversi imprenditori e cittadini, ma anche il passaggio dell'attività della mensa perché in questi giorni sta riprendendo la consumazione dei pasti all'interno.
Consumazione che era stata sospesa per consentire solo l'asporto a casa».
Tra gli intervenuti anche Paola Mignardi della comunità di Sant'Egidio, sempre presente anche per il supporto alle persone che si rivolgono alla mensa. «Mensa aperta cinque anni fa. Un luogo che è la porta aperta sulla città di Frosinone, da cui entrano tantissime persone che vengono accolte, che stanno con noi, con cui trascorriamo il pomeriggio per cercare anche di capire tante situazioni che vivono. Una porta aperta che dà tanta speranza, da cui si esce con gioia. Durante questi mesi ci siamo trovati in un grande momento di emergenza, tutti chiusi e barricati ma la cosa bella è che la mensa non ha mai chiuso, è stata aperta con il servizio di asporto. E le richieste di aiuto sono state tante. Come tanta la forza del volontariato. Medici, insegnanti, operai, commercianti, ingegneri, tantissime persone che hanno dato il loro aiuto. Tanti ci hanno dato sostegno, e non solo materiale, ma anche interiore».
E la solidarietà durante il lockdown è stata ribadita anche dal vescovo Ambrogio Spreafico. Dalle parrocchie, agli imprenditori, ai semplici cittadini.
«Tante famiglie si sono trovate all'improvviso senza quello che di solito avevano. Il lavoro nero ha fatto il resto, ad esempio badanti pagate in nero sono rimaste senza essere pagate. Un tempo difficile, faticoso, però tanta è stata la solidarietà. Una solidarietà molto bella e che fa onore al territorio». Sua eccellenza ha ringraziato tutte le persone che hanno dato il proprio contributo per la realizzazione dei nuovi locali, tra cui Unindustria, l'Ance, la famiglia Cardinale, l'azienda Aeffe, Paolo Salati della Green World Solutions. Una struttura che avrà anche un dormitorio, inizialmente per gli uomini.
Tra gli intervenuti anche Giovanni Turriziani, presidente di Unindustria Frosinone, il quale ha ringraziato per la grande opportunità: «che ci ha offerto sua eccellenza di contribuire alla realizzazione dei locali: la gioia di poter fare qualcosa in una comunità. Ma questo deve essere il primo passo, non vogliamo fermarci». E tra le persone che hanno dato il loro aiuto durante il lockdown e non solo, anche il prefetto di Frosinone, Ignazio Portelli, ringraziato ufficialmente dal vescovo.
«Ogni tanto arrivava con il bagagliaio pieno dell'auto» ha riferito monsignore Spreafico. E il prefetto Portelli ha sottolineato nel suo intervento quanto sia bello il valore della solidarietà, quanto siano importanti azioni che possano contribuire a fare del bene, quanto sia importante fare squadra. I complimenti del prefetto a chi ha finanziato, a chi ha aiutato con l'auspicio che quello della mensa possa essere un seme per tante altre azioni sul territorio.