In fila, sotto il sole cocente, per ritirare la pensione o pagare un bollettino o spedire un pacco. Le misure di distanziamento sociale penalizzano gli utenti degli uffici postali che sono obbligati a seguire percorsi appositi, con il divieto di sostare all'interno degli uffici stessi. Solo che, con temperature accettabili, il problema non si era mai posto, ma adesso, con l'afa in aumento, è emerso in tutta la sua importanza.

Così, nella giornata di ieri, si sono verificati malori sia nell'ufficio di via Circonvallazione, in centro, che nell'ufficio posto lungo la Sr 155, a Tecchiena, dove non sono mancate le proteste per le lunghe code senza un minimo di riparo. In più, altro problema, a Tecchiena, l'ufficio è aperto soltanto nelle ore mattutine e il personale ridotto costringe l'utenza ad attese prolungate.

In molti hanno chiesto con vigore e urgenza l'installazione all'esterno degli uffici di gazebo per alleviare il disagio delle persone in fila, ma la dirigenza locale della Posta avrebbe risposto che tale compito non spetta al loro ente ma al Comune, dato che lo spazio in prossimità degli uffici è pubblico.
Una soluzione andrebbe trovata e anche velocemente, poiché continuare con queste modalità è difficile, immaginando anche il permanere di alte temperature almeno per i prossimi due mesi. A meno che non cambino, in breve tempo, le procedure di accesso alle Poste.