Sentenza sfavorevole al Comune di Ferentino che deve rispondere dei danni causati a una cittadina, per via di una caditoia di raccolta delle acque reflue.
In primo grado il tribunale di Frosinone aveva condannato l'ente locale a 5.000 euro, più le spese legali, a favore di una cittadina assistita legalmente dall'avvocato Elisa Scaccia.

Il Comune ha appellato la sentenza, ma l'appello è stato dichiarato inammissibile, dal punto di vista giuridico, in sintesi: "il complesso motivo di gravame è palesemente carente dei requisiti di specificità prescritti dall'art. 342 c.c.". Pertanto l'ente è stato condannato alle spese legali e anche ad un ulteriore importo ai sensi dell'articolo 13, comma 1, quater DPR 115/2002.

In sostanza le acque reflue confluiscono in una caditoia comunale e, secondo il primo giudice, l'allagamento della proprietà della donna ubicata al di sotto dell'opera pubblica, è dovuto al fatto che in caso di piogge intense il pozzetto non sarebbe sufficiente a smaltire l'acqua provocando danni (piccolo voragini e smottamenti), per l'appunto, di cui dovrà rispondere il Comune ai sensi dell'articolo 2051.

In finale la Corte ha dichiarato inammissibile l'appello, condannando il Comune di Ferentino al risarcimento a favore della controparte.