Uno esce, l'altro no. Il primo dall'ospedale, il secondo resta in carcere. Ieri mattina il cinquantenne F. B., che domenica pomeriggio ha accoltellato il padre e il fratello della sua compagna nell'androne di una palazzina Ater del quartiere Costantinopoli, è comparso davanti al gip del tribunale di Cassino. Ha accettato di essere interrogato e ha fornito la sua versione dei fatti, difeso dagli avvocati Marco Torriero e Marco Maietta. Secondo quanto ha riferito sono stati i congiunti della compagna ad aggredirlo dopo un diverbio con la donna. Quanto alle coltellate sferrate contro i due, ha sostenuto che il coltello non era il suo, che lo ha raccolto da terra, forse caduto a uno dei congiunti della compagna. Insomma, avrebbe reagito per difendersi. Il gip ha convalidato l'arresto in carcere.
Intanto il fratello della donna, Lorenzo Biganzoli, è in uscita dall'ospedale di Sora dov'è stato ricoverato insieme al padre domenica pomeriggio. Sarà dimesso oggi. Ha ferite sull'addome e ha trascorso gli ultimi giorni in un letto del reparto di chirurgia. Ora il suo pensiero è rivolto al padre, ancora ricoverato in gravi condizioni in terapia intensiva. «Ho sette ferite sulla spalla sinistra, dietro e sotto la spalla destra. Si temeva per un polmone, ma per fortuna non è stato così - dice l'uomo - Mio padre è stato colpito sotto il mento. Il primo colpo l'ha schivato, ma poi è caduto perché a terra era bagnato. Eravamo per le scale, davanti all'ascensore.
E lì sono intervenuto io per difendere papà. Mio padre ha ancora il respiratore dall'operazione di lunedì. I medici parlano di una situazione stabile, ma non si sbilanciano, non ci dicono se è critico o se sta bene. A noi non resta che aspettare».