Il Tav o la Tav, a seconda della dizione che si vuole scegliere, è una svolta epocale che porterà senz'altro benefici alla provincia di Frosinone, ma per rendere definitivamente appetibile il territorio ciociaro ai romani e per migliorare la qualità della vita dei pendolari servono altre scelte. Ad esserne convinta è Maria Veronica Rossi, responsabile provinciale della Lega Giovani e prima dei non eletti nella circoscrizione Centro alle ultime elezioni europee nella lista della Lega.

"La Tav in provincia di Frosinone - sostiene Rossi - è una straordinaria occasione di crescita ed è, allo stesso tempo, il riconoscimento di una centralità che il nostro territorio ha sempre storicamente avuto. Se adeguatamente valorizzata, la scelta di un manager di altissimo profilo come Gianfranco Battisti, cui va esclusivamente il merito di questa svolta storica, può costituire il volàno per un rilancio in grande stile della Ciociaria dal punto di vista commerciale e turistico. Bene ha fatto, in questo senso, il sindaco Nicola Ottaviani a promuovere l'istituzione di un consorzio che avesse, come precipua finalità, il marketing territoriale per iniziare a sfruttare le opportunità di un collegamento veloce con la Capitale che, in soldoni, può significare la possibilità che tanti romani decidano di venire a vivere in provincia con tutto quello che ciò comporta in termini economici e di ripopolamento demografico e rivitalizzazione, ad esempio, dei centri storici non solo del nostro del capoluogo, ma di tutto il suo hinterland".

"Non sfuggirà, tuttavia, ai più -  prosegue il ragionamento di Rossi - che la Tav, pur nella sua straordinarietà, si rivolge a un pendolarismo non di larga scala: è ottima per il turismo, per gli spostamenti da e per Milano e Napoli dalla nostra provincia, ma lascia sul tappeto e irrisolte tutte le questioni e tutti i disagi legati al pendolarismo regionale. E' di tutta evidenza che gli oltre 42.000 pendolari ciociari che, ogni giorno, si muovono verso la Capitale, non possono usare i due treni ad alta velocità che quotidianamente fermano a Frosinone e a Cassino. La vera partita, nella quale la Regione può avere un ruolo da protagonista è quella sul traffico regionale. E' necessario che la Regione riveda il contratto di servizio con il gestore per offrire un ventaglio di soluzioni che migliorino la qualità della vita dei pendolari e rendano più veloce il collegamento con Roma. Non servirebbe neanche un grosso sforzo intellettuale. Basterebbe rispolverare un progetto molto valido che, ancora una volta, il sindaco Nicola Ottaviani presentò nel 2012 e che, purtroppo, non ha incontrato i favori della Regione, monopolio di una sinistra che tratta, a conti fatti, Frosinone come una provincia ai confini dell'impero".

Un progetto che costituirebbe la svolta: "Avendo toccato con mano i problemi dei pendolari per esperienza diretta, essendone una, è obiettivo imprescindibile il miglioramento del collegamento verso e da Roma. Miglioramento che dovrà riguardare il numero e la frequenza delle corse (più treni durante l'arco delle 24 ore e il ripristino delle fermate soppresse soprattutto quelle notturne), una velocizzazione del collegamento stesso, visto che, nel 2020, è assurdo impiegare anche un'ora e quaranta minuti per arrivare a Termini. Sarebbero necessarie 5/6 corse dirette senza fermate intermedie, con tempi di percorrenza verso e da Roma di 35-40 minuti. In tal modo i frusinati diventerebbero parte integrante dell'area metropolitana romana, utilizzandone tutti i vantaggi economici e sociali (università, ministeri ed altre opportunità lavorative), mentre i romani potrebbero venire a vivere nelle nostre città, con costi per l'acquisto di beni e servizi, ad iniziare dalle abitazioni, sensibilmente inferiori a quelli della capitale, rivitalizzando il mercato immobiliare e un indotto economico che darebbe nuova linfa alle tante attività del territorio. Dopotutto non si cambia il mondo semplicemente guardandolo, lo si cambia scegliendo il modo in cui viverci" conclude Maria Veronica Rossi.