Una seconda vita allo storico santuario di Santa Maria di Mortola. E finalmente domenica sarà possibile celebrare e partecipare alla messa.  Il santuario che risale al 900 d.C. si trova a pochi metri dalle rive del fiume Garigliano, nel comune confinante di Rocca D'Evandro. Tra le scritture presenti nella biblioteca storica di Montecassino, si parla addirittura di un luogo al centro di una controversia tra due Diocesi, quella di Sessa Aurunca e quella di Montecassino. Non si è grado di definire con certezza quando esso fu costruito, ma fonti documentate ne parlano già nel Medioevo, quale tempio pagano.

Tanti i devoti, comprese le comunità di Mortola, quella molto attiva di San Carlo di Sessa Aurunca e quella di Sant'Andrea del Garigliano. Fino a qualche mese fa, purtroppo, il sito era in stato di abbandono a causa della crisi economica nazionale. Questa situazione, aggravata ancor di più dall'emergenza sanitaria, ha bloccato la locale comunità che, almeno una volta l'anno, dedicava qualche giornata di duro lavoro per la pulizia del sito. Quest'anno, a seguito del grave momento dovuto alla pandemia del virus Covid19, qualcosa è cambiato per sempre.

Comunque due membri Protezione civile di Mortola, insieme all'intero e indomito gruppo di volontari, si sono adoperati nel ripulire le piazze e i luoghi pubblici. Hanno coinvolto l'amministrazione comunale, spiegando la loro intenzione: metter su un gruppo di volontari per dedicare una giornata alla sistemazione del santuario, infestato da erbacce e arbusti. Il sindaco Delli Colli, richiedendo l'attuazione rigida dei protocolli di sicurezza previsti, non ha esitato a dare pieno sostegno alla in lodevole iniziativa. Così armati di decespugliatori e mezzi propri, e con l'appoggio importante dell'amministrazione comunale, sono entrati in azione: il risultato è stato grandioso.

Dalla forte volontà di far rivivere questo importante luogo di culto è nata l'associazione Santa Maria di Mortola, con a capo il presidente Alvisio Antonio Violo, fedele devoto e impegnato a custodire il santuario con la collaborazione di tantissimi cittadini felici e orgogliosi di aver sposato una causa cosi piena di amore e devozione. Anche gli anziani, che sono le colonne portanti dei valori e della storia di queste comunità, potranno recarsi lì per la prima volta domenica per la celebrazione della santa messa.

Grande la disponibilità del parroco don Tomàs Horacio Jerez, il quale ha mostrato sin da subito grande entusiasmo. "I bambini saranno liberi di giocare su immensi spazi verdi, le tradizioni riaffioreranno con più iniziative. L'idea è quella di poter riempire di emozioni la storia di questo posto, attraverso la creazione di un piccolo ma ricco museo, che rispolveri e faccia conoscere le antiche bellezze dell'incatevole santuario nella piena consapevolezza che questo amato sito sia patrimonio di tutti – ha spiegato il vice presidente – nulla ci appartiene se non la volontà di esserci. Aprendo questo cammino a chi domani verrà, certi che ad unirli negli anni sia un unica matrice, l'amore. Da oggi cammineranno insieme spinti da un unica motivazione: riportare il bellissimo e storico santuario agli antichi splendori"