Del coronavirus hanno solo sentito parlare. Sono i 46 ospiti di Villa Algisa, la casa di riposo inaugurata nel 2004 nell'ex orfanotrofio di via Stazione gestito un tempo dalle suore. Le precauzioni per scongiurare contagi hanno funzionato alla perfezione: nessun caso di positività al virus e la serenità di sempre. Merito delle misure adottate tempestivamente dal fondatore e direttore generale di Villa Algisa, il dottor Alfonso Della Rosa, che con l'aiuto di sua moglie, delle due figlie e dei quindici operatori della struttura è riuscito a gestire nel migliore dei modi l'emergenza Covid-19. Lo abbiamo intervistato.

Come avete fatto a proteggere ospiti e operatori?
«Già il 28 febbraio abbiamo chiuso a tutti i visitatori, anche ai familiari degli ospiti. Abbiamo subito attivato un gruppo whatsapp per tenerci in contatto costante con loro. All'inizio qualcuno si è risentito, ma poi tutti hanno capito. Nessuno è entrato più nella struttura, i nostri operatori hanno fatto sette giorni dentro e sette fuori dalla struttura. Io sono rimasto qui fino al 15 maggio. Gli operatori sono stati bravissimi oltre che disponibili, come sempre».
Che misure avete adottato?
«Abbiamo allestito un gazebo all'esterno per stoccare tutta la merce che arrivava prima di entrare all'interno: farmaci, ausili sanitari, biancheria, cibo. È stato un ulteriore filtro anti Covid».

Ora però avete riaperto alle visite dei familiari...
«Sì, dal 25 maggio, ma con alcune precauzioni. Sono visite programmate e avvengono dentro un gazebo in vetro allestito nel nostro parco. Le visite durano mezz'ora e sono ammessi due familiari per ciascun ospite. Tutti indossano i dispositivi di protezione individuali e prima di entrare il visitatore passa per un mini triage».
E per questa fase tre?
«L'allentamento delle restrizioni può essere rischioso. Quindi per noi non c'è una fase tre. Continuiamo con le visite programmate all'esterno nella struttura. In questi giorni faremo il test sierologico a tutti gli ospiti. La pandemia ha esaltato la qualità dell'assistenza di Villa Algisa».