La Coldiretti fa suonare nuovamente l'allarme cinghiali con toni preoccupati. Infatti, questa specie della fauna selvatica continua a provocare danni sull'intero territorio della nostra provincia, come nel resto del Lazio. In questo momento, spiega l'associazione, «le preoccupazioni maggiori arrivano da Anagni, Ferentino, Paliano, Patrica e Ripi ma sono soltanto la punta dell'iceberg. Infatti, il fenomeno si espande a macchia di leopardo sull'intero territorio, causando danni per milioni di euro e un gran numero di incidenti stradali».

Per contenere la presenza dei cinghiali e ridurre il loro impatto ambientale, è iniziata lo scorso dicembre la fase operativa del protocollo di intesa, firmato a maggio 2019 da Coldiretti, Regione Lazio, Federparchi e Legambiente che si presenta come un approccio integrato al problema. «Prendiamo atto dell'impegno profuso dalla Regione Lazio - dichiara Vinicio Savone, presidente della Coldiretti frusinate - per quella che ormai è diventata una vera piaga per il comparto agricolo. Purtroppo, ancora non si riescono a cogliere risultati tangibili che possano almeno porre un primo freno soddisfacente a questa grave emergenza.

Quello che invece non conosce sosta - prosegue Savone - è la proliferazione dei cinghiali e i danni da loro provocati alle coltivazioni». Quindi, per affrontare una situazione così critica, la Coldiretti suggerisce alla Regione una strada prioritaria. Gli imprenditori agricoli, tramite l'associazione dei produttori, chiedono di ricevere con urgenza gli indennizzi previsti per i danni subiti dalla fauna selvatica. La stessa Coldiretti chiede di dare un nuovo impulso alle azioni per il contenimento dei cinghiali la cui presenza, anche prima del Covid, era considerata critica nelle aree protette, nei campi coltivati e anche nel contesto urbano.

«E' necessario semplificare e uniformare sull'intero territorio regionale le operazioni di contenimento anche da parte dei proprietari-conduttori dei fondi danneggiati - conclude Savone - occorrono regole, modalità e tempistiche certe, chiare, snelle e soprattutto omogenee su tutto il territorio». Alle parole del presidente, si aggiungono quelle del direttore di Coldiretti di Frosinone e Latina, Carlo Picchi: «Sono numerosissime le segnalazioni che riceviamo ogni giorno dagli imprenditori agricoli dei nostri Comuni per le devastazioni di intere piantagioni e colture. Le aziende non possono più continuare a pagare il conto di questa annosa situazione. In fondo, chiedono soltanto di esercitare il proprio legittimo diritto d'impresa, producendo per i cittadini e non per gli animali nocivi».

Picchi prosegue traendo importanti conclusioni: «Gli agricoltori non ne possono più delle continue scorribande dei cinghiali che, vanificando il lavoro di un anno e unendosi alle altre emergenze di questo periodo, pesano oltremodo sui bilanci aziendali. È a rischio infatti, oltre all'equilibrio ambientale, la stessa presenza degli agricoltori soprattutto nelle zone interne. E con essa, la loro costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico del territorio».