Mezzo chilo di coca purissima da traghettare e lasciare in uno dei tanti depositi necessari a rifornire la piazza di Cassino. Un hinterland composito, pieno di strade di campagna e di casolari o garage, di "fortezze" invisibili agli occhi ma necessarie agli affari. Depositi, fuori dalle zone più esposte - e per questo più sicuri - in cui poter lasciare oltre 500 grammi che avrebbero fruttato almeno 30.000 euro. E che avrebbero dato ristoro a una richiesta mai venuta meno, neppure durante il lockdown ma che - di certo - ha rimodulato tratte e metodologie. Unico binomio inalterato, quello dell'offerta e della domanda, stabile. Anzi, in costante espansione. Lo stupefacente era nascosto sotto il sedile di una insospettabile Fiat Panda, avvolto in un doppio involucro. Pronto per essere depositato, come si mette al sicuro un oggetto di altissimo valore. Ma i piani dei due fratelli di Torre Annunziata sono stati interrotti dall'arrivo (affatto casuale) dei carabinieri della Compagnia di Cassino.

L'operazione
La Fiat Panda avrebbe azzerato i sospetti: mezzo chilo di coca non poteva viaggiare su un'utilitaria qualunque. Invece era sotto il sedile, pronta a raggiungere la destinazione programmata. I carabinieri della Compagnia di Cassino, guidata dal capitano Ivan Mastromanno e dal tenente Massimo Di Mario, erano già impegnati in un'azione di controllo del territorio ad ampio raggio, così come disposto dal Comando provinciale di Frosinone, agli ordini del colonnello Fabio Cagnazzo. Quando hanno notato la Panda con a bordo i due fratelli campani uscire dal casello, hanno deciso di seguirla. E hanno raggiunto un casolare rurale ad Aquino, dove la droga doveva essere depositata. Ma le cose sono andate diversamente. L'intervento dei militari ha sparigliarto le carte di Gaetano e Matteo Maresca, classe '76 e classe '86 arrestati in flagranza. E trasferiti nel carcere di Cassino, dove restano a disposizione dell'autorità giudiziaria. Il proprietario del casolare all'arrivo dei militari non c'era. Ma è chiaro che andrà approfondita anche la sua posizione.

Strategie da cambiare
Dopo l'arresto e il sequestro è partito il secondo step dell'importante attività portata avanti dai militari di Cassino: risalire la rotta dello spaccio, per capire la provenienza dello stupefacente e chiudere la piazza locale a cui era destinato. Di certo, dopo questo importante "scacco matto", gli acquirenti dovranno cercare altri canali di rifornimento per sopperire alla mancanza. E questo inevitabilmente smuoverà equilibri che sono già sotto la lente dei militari. Così come era già nelle loro mire l'utilizzo di città-depositi e di zone satellite che pure in passato avevano confermato strategie da perfezionare. A ogni grossa operazione e sequestro, i clienti devono organizzarsi per nuovi "acquisti" ma anche i venditori e i gestori degli affari sono costretti a fare altrettanto, spostando tratte, interessi, soldi e carichi. Per cercare di minimizzare i rischi.

Precedenti eccellenti
Pontecorvo e la Valle dei Santi sono stati i primi territori a essere "scoperti" grazie all'impegno degli inquirenti: territori privilegiati per scegliere con cura depositi di sostanze illecite, fortini insospettabili in cui "parcheggiare" la droga in attesa della vendita al dettaglio. Le numerose e sempre più feroci operazioni delle forze di polizia lo hanno descritto appieno, raccontando di città-satelliti della piazza principale (quella di Cassino) affatto secondarie nella logica economica degli spacciatori. E spesso ritenute più sicure, perché meno in evidenza.

Ovviamente erroneamente. Anche Sant'Elia e Cervaro avevano offerto ai manager dello spaccio buone possibilità. Ora si aggiunge alla lista Aquino. L'elenco, andando indietro nel tempo, è davvero lungo: mezzo chilo di droga trovato in una villa bunker di Cervaro, nelle mani di un insospettabile, con strategie di deposito - sfruttando garage anonimi - davvero articolate; un chilo di marijuana a San Giorgio in un casolare abitato da immigrati, in un altro caso sotto una catasta di legna, o ancora cocaina ed eroina trovate tra i ruderi e la vegetazione a San Silvestro o il mezzo chilo di roba nascosto sulle scale antincendio del Comune per la movida. Droga persino nella controsoffittatura dei bagni di Panorama. I tratti percorsi per trasferire i carichi sono sempre più brevi. Ma non per questo sicuri.