Un presunto giro di prestiti a strozzo, una mamma- coraggio, un'inchiesta affatto facile. Dopo la sostituzione della misura nei confronti del noto tatuatore del Basso Lazio, Christian Vento, 43 anni di Roccasecca assistito dall'avvocato Mariano Giuliano e Giusi Nicosia chiamato a rispondere delle accuse di estorsione e usura (ora ai domiciliari), sono state avanzate dalla difesa nuove richieste.

Istanze legate all'esecuzione di ulteriori accertamenti sul cellulare dell'indagato: come già spiegato nell'interrogatorio di garanzia, le somme contestate sarebbero riferibili alla restituzione di somme prestate tra "amici", ovvero tra i coinvolti nella vicenda in cui però mancherebbe (sempre per la difesa) una parte delle conversazioni in grado di spiegare l'intero contesto.

Invece, secondo quanto denunciato dalla madre di una delle presunte vittime, gli interessi pari a 2.000 euro mensili, poi a 6.000 a fronte di prestiti iniziali di 10.000 e 20.000 euro avrebbero raccontato un'altra storia: un crescendo di richieste che i due imprenditori, fiaccati dai debiti, non erano più riusciti a fronteggiare.
Ma a denunciare non erano stati loro, bensì una mamma-coraggio.

Così la macchina degli inquirenti si era messa in moto, cercando di mettere insieme i pezzi di una storia molto complessa. Fino alla notifica di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere sostanziata dal lavoro meticoloso dei carabinieri di Cassino, agli ordini del capitano Mastromanno e del tenente Di Mario coordinati dalla procura. Misura poi sostituita a quella dei domiciliari. Attesi gli sviluppi.