Venerdì 29 maggio 2020, una data destinata a passare alla storia sanitaria di questa provincia. Perché da ieri al Fabrizio Spaziani di Frosinone è cominciato lo smantellamento dei reparti Covid. Dopo 89 giorni dall'inizio della pandemia. Il primo caso registrato in Ciociaria è infatti del 2 marzo. Al terzo piano dell'ospeda le torna Medicina Generale. Un segnale preciso.

Il dopo Coronavirus
In questo momento sono 5 i malati di Coronavirus ricoverati all'ospedale Spaziani. Significa che gli 86 posti dedicati non servono più. Non in questa fase.
Va ricordato che a marzo, dopo l'impatto iniziale dei ricoveri a raffica, lo Spaziani fu rapidamente trasformato in Covid Hospital e hub di riferimento.
Con queste cifre: 26 posti a Malattie infettive, 40 a Medicina Covid, 20 a Medicina d'urgenza Covid.
Oltre al potenziamento di Terapia intensiva, passata da 7 a 14 postazioni. Con altre 5 pronte all'attivazione immediata. E con 6 posti di Terapia subintensiva.
Per cinque settimane ci sono stati fino a 100 pazienti Covid allo Spaziani. Poi la pressione è cominciata a scendere, merito sia delle misure di distanziamento sociale che dell'efficacia delle cure.

Rianimazione è Covid free dal 27 aprile, vale a dire da più di un mese. In tutto l'ospedale, che ha una dotazione di 400 posti letto, attualmente i ricoverati non superano quota 40. E intanto è iniziata la fase della riorganizzazione dell'attività ospedaliera.
Per quanto concerne il fronte Covid, allo Spaziani resteranno i 26 posti letto di Malattie infettive e 6 postazioni di Terapia intensiva.
È evidente che il processo rimane quello modulare dell'ospedale mobile, pronto cioè ad essere riadattato se dovesse essercene bisogno. E sempre a Malattie infettive ci sarà la cosiddetta "area grigia", destinata ai pazienti sospetti Covid ma con tampone negativo.
Si tratta di persone che hanno un quadro radiologico compatibile con un caso da Coronavirus.
Prima della diagnosi definitiva saranno tenuti in osservazione in questa "area grigia".

Al terzo piano torna Medicina generale.
Mentre a Terapia intensiva 6 postazioni dedicate ai pazienti Covid saranno previste in una sala diversa da quella principale. Così come Utn, l'Unità di trattamento neurovascolare torna al Reparto di Rianimazione (i posti sono 7). Ci sono poi tutte le discipline chirurgiche, spostate nel momento di maggiore impatto della pandemia al San Benedetto di Alatri.
Torneranno allo Spaziani di Frosinone, ma resterà comunque una divisione di competenze fra le due strutture.

Il punto è la collocazione delle discipline chirurgiche. L'opzione è quella di tutte su un solo piano, ma diversi medici non sono d'accordo.
Il 3 giugno, invece, riprenderanno le attività ambulatoriali. La strategia della Asl è quella di evitare flussi in ospedale di pazienti ambulatoriali.
Il che significa che a Frosinone riapriranno gli ambulatori ubicati nella Palazzina Q della Asl e nell'ex ospedale di viale Mazzini. Il tutto con le misure ormai note: rigida separazione dei percorsi di entrata e di uscita, rilevazione della temperatura corporea con i termoscanner, sanificazione dell'ambiente e delle apparecchiature tra un paziente e l'altro, dispenser con gel igienizzante, mascherine e guanti. Alla Asl ricomincia la fase della sanità ordinaria.

La questione delle Rianimazioni
Terminata l'emergenza Covid, si ripropone il nodo della carenza di anestesisti in tutta la Asl di Frosinone.
Un problema che il direttore generale Stefano Lorusso aveva messo in cima alla lista delle priorità da risolvere.
Nella mattinata di ieri i reparti di Rianimazione avevano fatto presente ai dirigenti delle unità operative degli ospedali che a partire dal prossimo 1° giugno poteva essere sospesa tutta l'attività operatoria programmata per le urgenze differibili. Il che voleva dire che sarebbero state assicurate esclusivamente le urgenze chirurgiche indifferibili. Una situazione determinata anche dai paventati tagli sia sul versante degli acquisti delle prestazioni aggiuntive che degli straordinari.
Poi però nel corso della giornata la situazione è rientrata.

Magrini facente funzioni
Sempre ieri Stefano Lorusso, con delibera numero 378, ha "proposto"(si tratta di una formulazione tecnica) di prendere atto dell'accettazione, da parte della Regione Lazio, delle sue dimissioni da direttore generale con decorrenza 1° giugno. Stabilendo altresì che «nelle more di successivi provvedimenti regionali, dalla medesima data le funzioni di direttore generale facente funzioni, senza oneri aggiuntivi, saranno svolte dal direttore sanitario aziendale, dottoressa Patrizia Magrini». Tutto come già definito e perfino normato.
Nella sostanza Lorusso invita a dare attuazione alle disposizioni previste dal decreto legislativo 502/1992 e dalla legge regionale 18/1994.
Citando testualmente la norma: «In caso di cessazione dall'incarico, per qualunque causa del direttore generale, le relative funzioni sono svolte, nelle more della sua sostituzione, dal più anziano di età tra il direttore sanitario e quello amministrativo». Nella carica di direttore amministrativo resterà Pierpaola D'Alessandro. Dal 1° giugno Lorusso sarà operativo come capo della Segreteria Tecnica del Ministero della Salute. Farà parte del team che dovrà riscrivere la sanità nazionale del dopo Covid. Stefano Lorusso fu nominato direttore generale della Asl di Frosinone con decreto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti il 2 agosto 2019.

La curva è piatta 
Anche ieri zero contagi in provincia di Frosinone.
In questa settimana, la tredicesima dall'inizio della pandemia, è la quarta volta in cinque giorni.
L'unica eccezione il ventisette maggio, quando ci sono stati 3 casi, tutti riferibili a persone asintomatiche.
Quindi 3 nuovi contagi in cinque giorni, per una media di 0,6 ogni ventiquattro ore. A maggio è andata in questo modo: 0 casi il primo, 2 il due,3 il tre, 2 il quattro,1 il cinque, 2 il sei, 0 il sette, 0 l'otto, 1 il nove, 1 il dieci, 0 l'undici, 0 il dodici, 0 il tredici, 1 il quattordici, 1 il quindici, 1 il sedici, 3 il diciassette, 1 il diciotto, 0 il diciannove, 0 il venti, 0 il ventuno, 0 il ventidue, 2 il ventitré, 0 il ventiquattro, 0 il venticinque, 0 il ventisei, 3 il ventisette, 0 il ventotto, 0 il ventinove. Il totale fa 24 casi in ventinove giorni, per una media di 0,82 ogni ventiquattro ore. In questo mese per ben quindici volte si sono registrati zero contagi. A dimostrazione di una bassa circolazione del Coronavirus.
Il miglioramento è nei numeri: una media di 30,57 contagi la quarta settimana, di 16,28 la quinta settimana, di 8,42 la sesta, di 6,71 la settima, di 5 l'ottava, di 2 la nona, di 1 la decima, di 0,85 l'undicesima, di 0,42 la dodicesima.
Ad aprile i casi  erano stati 233, per una media giornaliera di 7,76. Con questa progressione: 18 contagi il primo aprile, 10 il due, 16 il tre, 21 il quattro, 18 il cinque, 6 il sei, 7 il sette, 14 l'otto, 5 il nove, 12 il dieci, 8 l'undici, 7 il dodici, 2 il tredici, 5 il quattordici, 5 il quindici, 8 il sedici,12 il diciassette, 9 il diciotto, 6 il diciannove, 8 il venti aprile, 5 il ventuno, 9 il ventidue, 7 il ventitré, 0 il ventiquattro, 3 il venticinque, 3 il ventisei, 3 il ventisette, 3 il ventotto, 1 il ventinove, 2 il trenta aprile.

Il "picco" si è registrato dal ventiquattro al ventinove marzo: 32 nuovi casi il ventiquattro marzo, 26 il venticinque, 47 il ventisei, 29 il ventisette, 42 il ventotto,24 il ventinove marzo. In tutto 200 nuovi casi di contagio, per una media giornaliera di 33,3. Infine, 13 nuovi casi il trenta marzo, 18 il trentuno. Da quel momento è iniziata la discesa.