Taglio di legna abusivo su un ettaro di bosco.
È l'accusa di cui dovrà rispondere il titolare di una ditta che si sarebbe "allargata" un po' troppo tagliando molte piante in più di quelle concesse. E lo avrebbe fatto sconfinando dall'area per cui il taglio era stato autorizzato, confidando nell'allentamento dei controlli dovuto all'emergenza Covid-19.

Sabato scorso, durante uno dei consueti controlli del territorio, i carabinieri del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise della stazione di Picinisco hanno scoperto un taglio abusivo di alberi su una superficie di circa un ettaro in un terreno ricadente nel Parco.
La ditta responsabile dell'abuso, al lavoro su un appezzamento di bosco dove il taglio era stato regolarmente autorizzato dal Parco e dalla Regione, aveva infatti esteso l'intervento alla zona confinante, in parte di proprietà privata e in parte comunale, soggetta a uso civico. Il tutto senza autorizzazione forestale e nullaosta del Parco.

Inoltre erano state abbattute anche le piante da lasciare "ad invecchiamento indefinito", cioè le più grandi, il cui ruolo di rifugio per uccelli, pipistrelli e per varie specie di insetti e funghi è essenziale per la conservazione della biodiversità e la sopravvivenza stessa del bosco.

Il titolare della ditta è stato denunciato per violazione della legge quadro sui parchi nazionali e delle norme sul vincolo paesaggistico.
I carabinieri del Parco gli hanno inoltre contestato le sanzioni amministrative previste dalla legge forestale della Regione Lazio, mentre la legna ottenuta dal taglio non autorizzato è stata sequestrata e messa a disposizione dell'autorità giudiziaria.

In una nota i carabinieri del Parco della stazione di Picinisco spiegano: "Si suppone che il trasgressore, considerata la posizione isolata della località, scarsamente visibile dalle vie di comunicazione più frequentate, e presumendo una minore attenzione da parte del personale preposto alla sorveglianza e al controllo a causa dell'emergenza coronavirus, abbia creduto di poter procedere indisturbato e prelevare così il maggior quantitativo possibile di legna, ovviamente con danni evidenti per il patrimonio forestale, la tutela degli habitat e degli interessi della collettività".

«L'azione di vigilanza sul territorio del Parco non viene mai meno  - ha commentato il direttore del Pnalm Luciano Sammarone - neanche in un periodo di emergenza come questo, anzi, maggiore è l'impegno a contrastare i comportamenti illegali di chi vorrebbe approfittarne per perseguire il proprio profitto a scapito dell'interesse generale».