Omicidio di Gabriel, ieri l'apertura del processo a carico del padre della piccola vittima, Nicola Feroleto. Era prevista la sua presenza in videoconferenza dal carcere. Invece per problemi tecnici e anche per questioni legate alle garanzie costituzionali si è decisa la traduzione del detenuto. Così Nicola, con almeno una decina di chili in meno, faccia coperta dalla mascherina ma sguardo presente, è entrato in aula poco dopo le 9.30. Quasi immobile, accanto all'avvocato Luigi D'Anna, fermo nell'ascoltare le richieste sull'ammissibilità delle prove e sulla trascrizione delle conversazioni. Fermo, come un uditore di un processo qualunque: invece quelle accuse pesantissime sono proprio a suo carico. E la piccola vittima uccisa a poco più di due anni era suo figlio.

L'apertura del processo
Ammessa la lista dei testimoni, sono state sollevate questioni sulla trascrizione di alcune conversazioni tra Feroleto e la compagna Anna, fuori e dentro la sala d'attesa della Compagnia dei carabinieri di Cassino, conversazioni fondamentali per la sua posizione: secondo i militari, infatti, Nicola avrebbe "chiesto" ad Anna sua compagna e covivente di confermare il suo alibi. Alibi che invece sarebbe divenuto per gli inquirenti un boomerang vero e proprio. Conversazioni che avrebbero avuto, invece, per la difesa ben altro spessore. Ma tra le conversazioni da trascrivere, vi sono anche altri colloqui. Persino con Donatella Di Bona, fuori e dentro dal carcere. 

La posizione
Nicola ha sempre negato e respinto ogni accusa.
L'uomo a poche ore dai fatti rilascia interviste, spiega senza problemi di non essere lì in quelle ore in cui Gabriel perdeva la vita. Ma la moglie, la signora Anna, non conferma le sue dichiarazioni. Secondo i militari del colonnello Cagnazzo, che in 48 ore hanno chiuso il cerchio, anche Nicola sarebbe coinvolto e arrestano anche lui. Donatella ritratta, poi racconta altre verità: «L'abbiamo ucciso insieme» avrebbe riferito ai sostituti Maisto e Bulgarini in oltre sei ore di interrogatorio; avrebbe pianto, addossato la colpa a Nicola per poi crollare sotto le contestazioni dei pm. Lui, Nicola, continua a negare sempre. La procura tira le somme: Gabriel è stato ucciso da entrambi perché piangeva. Ed è stato ucciso in quel capo dell'orrore a pochi passi da casa, forse per aver impedito un rapporto intimo. Donatella sceglie l'abbreviato condizionato alla perizia, Nicola un ordinario.

Nuove parti civili
Prima l'ammissione delle parti civili: per la prima volta anche dell'altro fratello di Donatella Di Bona (rappresentato dall'avvocato Alberto Scerbo, che insieme all'avvocato Giancarlo Corsetti difendono la nonna e lo zio di Gabriel) si è costituito. Insieme alla bisnonna di Gabriel, rappresentata dagli avvocati Montanelli e Perna. Poi, con l'apertura del dibattimento, è stato conferito a due periti l'incarico della trascrizione delle intercettazioni audio e video. L'udienza è stata poi rinviata al 19 giugno per l'esame dei medici legali.