Don Tonino Antonetti, parroco dell'Unità pastorale del centro di Ceccano, è intervenuto ieri con un post, relativamente all'acceso dibattito scatenatosi sui social dopo il ritrovamento del cadavere di Marcello Pisa.
«È stato scritto in risposta ai tanti che, in maniera esplicita o velata, mettevano in cattiva luce Ceccano.
Come pastore, ma soprattutto come membro, ormai da nove anni della comunità, mi sono sentito in dovere di difendere il buon nome della città».

Ceccano sotto i riflettori per alcuni casi di cronaca...
«In nove anni ho potuto veramente scoprire e conoscere tante belle persone piene di talenti, che amano l'arte, la musica e la cultura. È brutto che, ultimamente, si sottolineino solo gli aspetti negativi, amplificati dalla cassa di risonanza dei media e dei social. Da non ceccanese, ho potuto constatare come, invece, questa comunità abbia veramente un grande potenziale. Mi addolora che venga messo in secondo piano lasciando spazio, appunto, alla negatività di alcuni eventi che poi in realtà sono assolutamente sporadici. Sembra quasi che Ceccano sia questo, invece è ben altro».

Come membro della comunità educante cosa si sente di dire?
«Sicuramente sento il peso anche di un nostro fallimento. Ma non dobbiamo fermarci e, come sempre, dalle cose negative abbiamo il dovere di rialzarci.
Sento anche la responsabilità di dover fare di più e sono certo che, anche a seguito di queste vicende assolutamente tristi e negative, noi come comunità educante, ma tutte le istituzioni, dobbiamo ricominciare da qui e rispondere concentrandoci ancora di più sulla formazione civica dei giovani.

Dunque, non dobbiamo solo rammaricarci, ma rimboccarci sempre di più le maniche. Con questo, non voglio dire che Ceccano sia il paradiso terrestre ma è una realtà, come tante altre della Ciociaria, che potenzialmente può alzare l'asticella. Dobbiamo credere in tali città, perché se noi che le abitiamo siamo i primi a non farlo, non possiamo pensare a un futuro migliore per i tanti bambini e giovani che popolano le nostre parrocchie. Se presentiamo loro una città "negativa", inevitabilmente saranno portati a svalutarla.
Dobbiamo evidenziare, invece, le tante cose belle a iniziare da quelle artistiche».