È nata come terapia d'emergenza. Consiste nella trasfusione di plasma iperimmune, donato dai pazienti guariti dal Covid-19, e infuso nelle vene dei pazienti ricoverati. Si tratta della tecnica utilizzata al Policlinico San Matteo di Pavia e all'ospedale Carlo Poma di Mantova. Anche la Asl di Frosinone aspetta il semaforo verde per il "plasma dei guariti". Si è in attesa del via libera del Comitato etico. Il plasma contiene una quota di anticorpi che si sono formati dopo la battaglia vinta contro il virus, i cosiddetti anticorpi neutralizzanti, che si legano all'agente patogeno e lo marcano.

La Asl di Frosinone, con delibera numero 323 del 23 aprile scorso, ha definito l'acquisto di appositi kit che servono ad accertare la quantità degli anticorpi sviluppati contro il Coronavirus nel plasma dei pazienti guariti. Per poi utilizzare questo materiale sul fronte delle cure sperimentali e alternative. È l'azienda torinese Pantec srl a fornire questi kit, 60 per l'esattezza: 30 per determinare gli anticorpi IgG e 30 per quelli IgM. Il prezzo di ogni singolo kit (che può essere utilizzato per 100 test) è di 1.100 euro. Della situazione si sta occupando la dottoressa Carla Gargiulo, direttore dell'Unità operativa complessa Servizio Immunoematologia e medicina trasfusionale della Asl di Frosinone.

C'è una macchina che raccoglie il plasma, che poi viene inattivato. Il processo è noto come aferesi: si effettua mediante uno strumento chiamato separatore cellulare. Poi il plasma viene diviso in due unità e congelato. Naturalmente c'è la fase della classificazione, a cominciare dal gruppo sanguigno. E si effettuano tutte le analisi: dall'Hiv al resto. C'è già una piccola lista di persone disponibili alla donazione. Il plasma viene immesso nell'organismo con una trasfusione. Gli anticorpi devono avere il tempo di reagire: in 24-48 ore possono iniziare a colpire il virus.