Il veleno è nella coda e il diavolo si nasconde nei dettagli: 3 nuovi contagi ieri (2 casi inaspettati, 1 già attenzionato), nell'ultima giornata dell'undicesima settimana dall'inizio della pandemia da Covid-19. Tanti quanti ce n'erano stati nei precedenti tre giorni. Ma in ogni caso il totale è di 6 contagi in sette giorni. Per una media di 0,85 ogni ventiquattro ore. Che è la più bassa di sempre. Ma le considerazioni sono diverse e i numeri vanno "pesati". Oltre che naturalmente contati.

La curva flette ancora
Questa la sequenza dell'undicesima settimana: 0 casi l'undici maggio, 0 il dodici, 0 il tredici, 1 il quattordici, 1 il quindici, 1 il sedici, 3 il diciassette. Dunque, 6 casi. Media di 0,85. Per tre volte "zero contagi", per altre tre uno solo. Poi ieri. Ma ci torneremo. Vediamo intanto il raffronto con le settimane precedenti. Cominciando dall'ottava: 8 casi il venti aprile, 5 il ventuno, 9 il ventidue, 7 il ventitré, 0 il ventiquattro, 3 il venticinque, 3 il ventisei aprile. In tutto 35 nuovi casi: 5 al giorno. Nona settimana: 3 casi il ventisette aprile, 3 il ventotto, 1 il ventinove, 2 il trenta, 0 casi il primo maggio, 2 il due, 3 il tre. Vale a dire 14 casi. Con una media che era stata di 2 nuovi casi al giorno. Quindi la decima settimana: 2 casi il quattro, 1 il cinque, 2 il sei, 0 il sette, 0 l'otto, 1 il nove, 1 il dieci. In totale 7 casi, 1 al giorno. La discesa è progressiva e tanto più significativa considerando che i numeri sono bassi. La media della prima settimana (dal due all'otto marzo) era stata di 1,3. Poi il 7,4 della seconda, il 15,85 della terza. Quindi la quarta settimana, quella del picco: 14 nuovi contagi il ventitré marzo, 32 il ventiquattro, 26 il venticinque, 47 il ventisei, 29 il ventisette, 42 il ventotto, 24 il ventinove marzo. Insomma, 214 contagi. La media fu di 30,57. Da quel momento è iniziata la discesa: media di 16,28 la quinta settimana, 8,42 la sesta, 6,71 la settima. I numeri hanno un loro valore.

Effetto fine del lockdown
Sono trascorsi quattordici giorni dalla fine del lockdown. Il periodo di incubazione del virus è di due settimane. E in ogni caso, mediamente, i sintomi iniziano a manifestarsi tra il quinto e il settimo giorno. Vero che il 4 e il 5 maggio la cautela è stata massima, ma comunque siamo già in una fase nella quale si possono verificare gli effetti della fine del "confinamento". Ed è perfino normale che possa essere registrato qualche caso in più. L'importante è che le cifre restino sotto controllo. E sotto controllo ci sono. L'ultima volta che è stata superata quota 3 casi è il ventitré aprile, quando si arrivò a 7. Poi mai oltre 3. Per ventiquattro giorni. E per sette volte zero contagi. Un elemento che non va dimenticato.

Il fattore "indeterminati"
Tutti i 3 casi di ieri hanno un elemento in comune. La positività ad un solo gene. Sui tre compresi nel test del tampone rinofaringeo. Il punto è questo: la metodica utilizzata per il tampone è quella molecolare "Real time PCR" che identifica tre diversi geni del virus. Se tutti e tre i geni testati sono presenti l'esame viene considerato positivo e non è necessario ripeterlo. Se tutti e tre i geni testati sono assenti viene considerato negativo ed è necessario ripeterlo. Soltanto l'esito del secondo tampone darà conferma della negatività. Ma se uno o due geni risultano positivi e uno o gli altri due negativi, allora il caso viene considerato dubbio. Indeterminato. In questo caso si faranno ulteriori controlli. All'inizio della pandemia gli "indeterminati" venivano considerati negativi. Poi invece si è deciso di classificarli come positivi per tagliare ogni tipo di rifornimento al virus. Ma capita spesso che chi risulta positivo ad un solo gene, alla fine si negativizza. Perché succede questo? I motivi possono essere tanti. Ma in ogni caso o c'è una bassa quantità di carica virale oppure la persona ha già contratto il Coronavirus e lo sta superando. Il che vuol dire che il gene che risulta positivo rappresenta la "spia" di un genoma virale che si sta esaurendo. Comunque il tasso di contagiosità di queste persone è basso. Il terzo scenario, invece, è quello di una malattia allo stadio iniziale.

La pagella del Ministero
Il report settimanale degli esperti del Ministero della sanità e dell'Istituto superiore di sanità ha preso in considerazione il periodo compreso tra il 4 e il 10 maggio. L'incidenza di 3,73 (su 100.000 abitanti) colloca il Lazio nella fascia intermedia-bassa. Così come è basso l'aumento della trasmissione del virus e l'impatto sui servizi assistenziali. Dati migliori soltanto in sei regioni. L'incidenza settimanale, che valuta quanti contagi ci sono stati su 100.000 abitanti in sette giorni, definisce a incidenza bassa Basilicata, Calabria, Campania, Sardegna, Sicilia e Umbria; incidenza intermedia-bassa Friuli Venezia Giulia, Lazio, provincia di Bolzano, Puglia e Toscana; incidenza intermedia - alta Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Valle d'Aosta e Veneto; infine incidenza alta per Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte e provincia di Trento. Ma quel 3,73 su 100.000 abitanti in Ciociaria è più basso. Alla Asl di Frosinone la stimano esattamente la metà di quello regionale, vale a dire 1,86.

I test sierologici
È risultato negativo al tampone l'unico caso (su 370) positivo ai test di sieroprevalenza che si stanno effettuando alla Asl di Frosinone sui sanitari. Da quanto si apprende la persona avrebbe sviluppato le immunoglobuline IgG. Vuol dire che avrebbe passato la malattia da un tempo sufficiente alla produzione di "anticorpi della memoria", cosiddetti perché destinati normalmente a garantire l'immunità nel tempo. La conferma che questo tipo di test è fondamentale per individuare gli asintomatici e i paucisintomatici. Dopo lo stop di sabato e domenica oggi si riprende. L'obiettivo è arrivare, a regime, a 700-800 test sierologicii al giorno. In questa fase l'indagine sierologica riguarda il personale sanitario, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e farmacisti. Poi si passerà agli operatori delle Forze dell'Ordine (Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Esercito, Polizia Penitenziaria, Polizie locali e Provinciali). L'indagine di sieroprevalenza riguarderà anche ospiti e dipendenti delle residenze sanitarie assistenziali. Mentre invece ai donatori di sangue «sarà permesso effettuare contestualmente e gratuitamente anche la sieroprevalenza per valutare la diffusione dell'infezione da Sars-Cov2».

Mentre i cittadini normali potranno effettuare il test nelle strutture private accreditate in provincia di Frosinone. Quattro case di cura: Ini Città Bianca di Veroli, CdC Santa Teresa di Isola Liri, Villa Gioia di Sora, Villa Serena di Cassino. Dieci laboratori di analisi: Centro Diagnostico Arce, David srl di Sora, Delta Medical di Ferentino, Ges.Lan di Frosinone, Ars Medica di Frosinone, San Marco di Pontecorvo, Laboratorio Chimico del Cassinate di Cassino, Salus di Frosinone, Cliniterm di Ferentino, F-Medical Group di Frosinone. Il cittadino che si reca con una prescrizione bianca fatta dal medico curante e con la tessera sanitaria nel laboratorio di analisi abilitato per il test sierologico dovrà compilare il modulo del "consenso informato". L'esecuzione del test avviene a carico del cittadino e in caso di risposta positiva al test, dovrà tempestivamente informare il proprio medico di medicina generale che provvede a prescrivere, attraverso la ricetta dematerializzata, il tampone inserendo il codice di esenzione.

Guariti e reparti vuoti
Ieri altri 6 guariti. Il totale sale a 488 su 663 contagiati. Il 73,6%. E altre 7 persone sono uscite dall'isolamento domiciliare. La categoria dei guariti comprende anche i dimessi: la differenza sta nel fatto che i primi sono completamente negativizzati, mentre i secondi ancora no. Ma da sottolineare è anche il dato delle persone che attualmente sono in sorveglianza domiciliare: appena 154. Nel periodo più "caldo" si era arrivati a 1.500. Ricordiamo che in isolamento domiciliare ci sono sia le persone positive con sintomi lievi che quelle negative che fanno parte di "link". Nel senso che sono venute a contatto con malati di Coronavirus. Per quanto riguarda i reparti dedicati del Covid hospital Fabrizio Spaziani di Frosinone, su 86 posti letto ne sono occupati 9. E a Terapia intensiva non ci sono malati di Coronavirus dal 27 aprile scorso.

Il numero dei tamponi
Questa cifra sta diminuendo. Per via dell'effettuazione dei test sierologici naturalmente. L'esame sarà sempre più mirato. Comunque ieri ne sono stati effettuati 120, dai quali sono risultati i 3 nuovi casi. Quindi 1 ogni 40. Fino alla scorsa settimana la media era di 300 tamponi rinofaringei ogni ventiquattro ore. In totale, dal sedici marzo ad oggi, ne sono stati effettuati 11.000 in Ciociaria.