Il primo settore a fermarsi e, con tutta probabilità, l'ultimo a riprendere il suo cammino. Il turismo sconterà l'effetto Coronavirus anche dopo la fine dell'emergenza e si appresta a procedere su terreni ancora incerti, dove sarà importante porsi le giuste domande e fondamentale trovarele risposte più adeguate. E se il prodotto turistico soffre in tutta Italia, qui da noi la situazione paga fragilità maggiori, come testimoniano gli interventi di guide turistiche e dei responsabili delle strutture ricettive (alberghiere ed extra-alberghiere), che guardano con preoccupazione all'immediato e al futuro in termini di fatturato e occupazione. Pesano tante incognite che, però, potrebbero essere trasformate in opportunità. Ma a patto di "ripensare" l'intero sistema in Ciociaria.
Il salvataggio e la ripresa
Le questioni delicate sono due: da un lato, quella del salvataggio, per supportare professionisti e imprese, impedendo che chiudano per sempre l'attività, dall'altro, quella della ripresa. Il quesito vero, cui bisognerà rispondere, è quale relazione avremo col "fare turismo" una volta passato questo periodo. Il viaggio muterà nei modi e nei tempi? Come si inserirà di nuovo nei comportamenti degli individui? Rileveremo una capacità di resilienza, come nelle passate crisi (terrorismo, crisi finanziaria), oppure questa pandemia sarà qualcosa di profondamente diverso che porterà a un cambiamento di paradigma? E, altro interrogativo: come declinare ogni soluzione ipotizzata nella nostra provincia? È difficile ora fare previsioni (le opinioni e le difficoltà dei tanti "attori" che abbiamo ascoltato sono lì a dimostrarlo, nelle prossime pagine), possiamo comunque ipotizzare alcuni elementi di scenario, che potranno caratterizzare il riavvio, anche nella nostra provincia.
La questione sanitaria sarà centrale e, probabilmente, sarà più facile ripartire in quei territori in cui il rischio di contagio sarà più basso; si affermerà la staycation, forme di viaggio localizzate e di breve-medio raggio; l'under tourism si contrapporrà all'over tourism: il turismo potrebbe privilegiare mete meno note e affollate, le attività open air e il turismo lento; ripartiranno più velocemente i viaggi individuali (coppia, famiglia); gli strumenti digitali avranno unarilevanza ancora più decisiva nella fase di ispirazione, prenotazione e ricerca di informazioni. Con ogni probabilità, infine, il turismo dei prossimi mesi sarà meno ricco, per la crisi generalizzata dell'economia.
Cosa cambiare in Ciociaria
Se il quadro del turismo ricominciasse dai punti sopra delineati, occorrerebbe comunque coniugarli nella nostra provincia. Da noi, numeri e dati raccontano nei fatti una realtà che ha i tratti dell'inespresso, del non valorizzato, anche del contraddittorio, soggetto a flussi e dinamiche non governati e lasciati al semplice intuito di chi è più "illuminato". Il momento impone il cambiamento della rotta, che dovrebbe esplicarsi in 5 punti: maggiore presenza di un interlocutore istituzionale al quale rapportarsi con costanza, sviluppo di un "brand" territoriale per offrire un prodotto completo, promuovere le peculiarità del territorio, aumentare la presenza sui canali comunicativi tradizionali e innovativi, incanalare in corrette politiche turistiche lo spontaneismo non organizzato.
Sono idee e proposte che circolano da tempo e che il Covid-19 sta amplificando, dando loro una valenza ulteriore. Dunque, occorre adesso un progetto strategico sul turismo ciociaro, con strumenti e metodi diversi. Una sfida che si vince se un territorio sa costruire un'efficace e qualificatapolitica diaccoglienza e promozione, definendosi come destinazione turistica la cui forza risiede nel complesso delle sue attrattive.
E la scelta del modello più appropriato di governance turistica non può prescindere dagli strumenti per favorire il partenariato tra pubblico e privato, in un percorso che sarebbe lungimirante: tale impianto va utilizzato al massimo delle sue potenzialità per adattarsi al contesto attuale, al mercato che dovrà riprendersi, per recuperare tutti i "gap" esistenti. La situazione non è facile, ma rappresenta quell'istante, forse unico, per riesaminare un'offerta turistica ciociara che troppe volte è stata incoerente. Serve trasformare il problema in un'occasione. In caso contrario, ci resteranno solo lamentele e difficoltà.