Il primo caso positivo dell'undicesima settimana dall'inizio della pandemia in Ciociaria si è registrato ieri.

Cifre sotto controllo
Dopo tre giorni a "contagi zero". Per una media di 0,25.
Dall'inizio di maggio invece la sequenza è questa: 0 casi il primo maggio, 2 il due, 3 iltre, 2 il quattro,1 il cinque, 2 il sei, 0 il sette, 0 l'otto, 1 il nove, 1 il dieci, 0 l'undici, 0 il dodici, 0 il tredici, 1 il quattordici. Vale a dire 13 contagi in quattordici giorni: la media resta di 0,92.
La più bassa di sempre. Nonostante questo, però, alla Asl non si allenta la guardia. Anche e soprattutto per una considerazione: siamo nella fase "clou" per quanto riguarda gli eventuali effetti della fine del lockdown (4 maggio). Fase iniziata ieri, che si concluderà domenica.
Il periodo di incubazione del virus è di due settimane.
Vero che mediamente i sintomi si manifestano dal quinto al settimo giorno, ma c'è da considerare che all'inizio della Fase 2 c'è stata molta cautela. Si tratta di un caso inaspettato, non riferibile cioè a "cluster" o a situazioni attenzionate. Il numero totale dei contagiati sale a 658. Sempre ieri però ci sono stati altri 13 guariti, per un totale di 460. Il 69,9% di quelli che hanno contratto l'infezione. Sempre ieri altri 22 sono usciti dalla sorveglianza domiciliare. Ne sono rimasti poco più di 200 in tutta la provincia, mentre nel momento più "caldo" si è arrivati a toccare quota 1.500.

Indagine di sieroprevalenza
Ma il dato più importante di ieri riguarda l'inizio dei test sierologici, riservati in questa prima fase ai sanitari. Ne sono stati effettuati più di 300. Tutti negativi. Nel senso che nessuno ha sviluppato le immunoglobuline. Gli anticorpi utili alla ricerca sono essenzialmente due: IgM (immunoglobuline M) e i IgG (immunoglobuline G). Le prime si sviluppano all'inizio dell'infezione e durano poco. Le seconde nella fase successiva (un paio di settimane dopo aver contratto il virus) e durano di più.
Vuol dire che su un campione di 300 persone nessuno è venuto a contatto con il Covid-19. Diverse le conclusioni che si traggono da questo elemento. La premessa è che stiamo parlando di test effettuati a medici e infermieri. Una categoria che in queste undici settimane è stata in prima linea, quindi potenzialmente più esposta al contatto con il virus. Sicuramente hanno funzionato i dispositivi di protezione individuale, mascherine e guanti. Significa che la Asl ha "protetto" bene i sanitari. Però questi primi risultati, se confermati, possono dire anche un'altra cosa. E cioè che la circolazione del Coronavirus in Ciociaria è stata bassa. C'è poi un discorso più tecnico, riferito in particolar modo ad una futura prospettiva di copertura immunitaria della popolazione. Per la quale una percentuale di persone venute a contatto con il virus avrebbe comunque una sua rilevanza. Nel report di ieri della Regione Lazio c'era scritto: «Operative 2 postazioni di tampone drive in per indagine di sieroprevalenza: 1 presso l'ospedale di Cassino e 1 presso l'ospedale di Frosinone». Riguardano questo tipo di opzione: se una persona risulta positivo al test sierologico, allora si effettua il tampone per verificare se l'infezione è in atto oppure no. Ieri in quelle postazioni non è andato nessuno. Responsabile del servizio dei test sierologici è la dottoressa Carla Gargiulo, direttore dell'Unità operativa complessa Servizio Immunoematologia e medicina trasfusionale della Asl di Frosinone. Questi esami dureranno quattro settimane.
In questa prima fase gli esami riguarderanno, oltre al personale ospedaliero, anche i medici di medicina generale, pediatri e farmacisti. Poi si passerà agli operatori delle Forze dell'Ordine (Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Esercito, Polizia Penitenziaria, Polizie locali e Provinciali). In provincia di Frosinone l'obiettivo è arrivare a 700-800 test al giorno e queste cifre dovrebbero essere raggiunte già oggi. L'obiettivo è quello di"mappare" inizialmente un totale di 5.600 persone. Per poi aumentare il raggio di azione. I test sierologici sono essenzialmente di due tipi: quelli rapidi e quelli quantitativi. I primi, grazie ad una goccia di sangue, stabiliscono se la persona ha prodotto anticorpi e quindi è entrata in contatto con il virus; i secondi, dove serve un prelievo, dosano in maniera specifica le quantità di anticorpi prodotti. Ricordiamo che questi esami potranno essere effettuati anche nei laboratori privati accreditati (sono sedici in provincia di Frosinone). Il cittadino che si reca con una prescrizione bianca fatta dal medico curante e con la tessera sanitaria nel laboratorio di analisi abilitato per il test sierologico dovrà compilare il modulo del "consenso informato". L'esecuzione del test avviene a carico del cittadino e in caso di risposta positiva al test, dovrà tempestivamente informare il proprio medico di medicina generale che provvede a prescrivere, attraverso la ricetta dematerializzata, il tampone inserendo il codice di esenzione.

Meno tamponi
I tamponi stanno fisiologicamente diminuendo. Il caso positivo di ieri è parametrato su un totale di circa 200 tamponi effettuati. Vero è che la media fino a pochi giorni fa era di 300 (ma in un paio di occasioni si è arrivati a oltre 400), però in ogni caso 1 su 200 fa…0,5%. Così come va aggiunto un altro elemento di riflessione: nella fase iniziale il tampone "Drive Through" (dal finestrino dell'auto) ha riguardato le stesse categorie che adesso si stanno sottoponendo ai test sierologici. Il fatto che i casi positivi siano stati ridotti al lumicino è un altro elemento che fa propendere per la tesi della bassa circolazione del virus.

Lo Spaziani si riorganizza
Intanto alla Asl si sta ragionando sul ritorno alla normalità sanitaria, specialmente sul fronte organizzativo e logistico. Dopo il 31 maggio riprenderà l'attività degli ambulatori ospedalieri. E questo significa che bisognerà organizzare bene la fase della gestione delle sale diattesa, perevitare fileed assembramenti. Poi c'è l'ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone. Ieri c'è stato un ricovero (di una persona trasferita da Cassino).
Ma parliamo in ogni caso di 26 pazienti Covid. Il che vuol dire che ci sono 60 posti letto liberi nei reparti di Malattie infettive (26), Medicina Covid (40), Medicina d'ur genza Covid (20). E a Terapia intensiva (19 postazioni in tutto, più 6 di Sub-intensiva) non ci sono malati di Coronavirus dal 27 aprile scorso. La prossima settimana al Fabrizio Spaziani dovrebbero tornare le discipline chirurgiche (almeno una parte): generale, urologia, ortopedia, oculistica, otorino. Quelle trasferite al San Benedetto di Alatri nella fase di maggior impatto della pandemia. Saranno sistemate tutte all'ultimo piano della struttura. Insieme. Prospettiva che sta provocando qualche malumore tra il personale sanitario. Per quanto riguarda Medicina Generale, l'idea è quella di dividere il settore da quello dedicato ai malati Covid, che scenderebbe da 40 a 20 posti.