La Ciociaria prova a ripartire. Dopo i due mesi di lockdown e la parziale riapertura di queste settimane c'era attesa per il decreto Rilancio. In una provincia già fortemente penalizzata dalla crisi economica degli anni passati, dall'alto tasso di disoccupazione, il lockdown ha assunto le forme del colpo di grazia. Ecco perché molte categorie economiche (in primis bar, ristoranti, parrucchieri) confidavano nelle nuove misure del governo. Il decreto Rilancio potrebbe però non bastare. Tra le professioni dimenticate e quelli che dovranno addossarsi ingenti investimenti per garantire il rispetto delle norme anticontagio i dubbi di potercela fare a superare anche questa crisi sono destinati ad aumentare.
Fondo perduto
Il decreto mette sul tavolo dei contributi a fondo perduto per chi ha subito perdite economiche dal lockdown. Chi non avrà fatto utili nei due mesi di stop (si pensi a ristoranti o a bar) potrà chiedere il 20% di indennizzo della differenza tra i due anni. Aiuti a pagare gli affitti per i mesi di chiusura: il decreto prevede un credito di imposta al 60% sugli affitti commerciali con una detrazione fiscale. Quest'ultima potrà essere ceduta come credito fiscale. Inserito un credito d'imposta del 60% in favore dei titolari degli esercizi da adeguareper garantire il rispetto delle norme di sicurezza anticontagio. A giugno gli imprenditori non pagheranno l'Irap (acconto e saldo 2019). Il governo ha quantificato un risparmio di 4 miliardi di euro in tasse per duemila aziende. Niente Imu a giugno per alberghi, baleari e terme.
La sanità
Nel decreto ci sono 3 miliardi e 250 milionidi europeril Serviziosanitario nazionale. «Con questo decreto - ha spiegato il ministro della salute Roberto Speranza - si arriverà a11.109 posti in terapia intensiva, il 115per cento in più di quelli prima dell'emergenza».
I bonus
Previsti dei bonus per i lavoratori autonomi e i professionisti (600 euro che salgono a1.000 per chi ha subito almeno un terzo di perdite ed è iscritto alla gestione separata dell'Inps), per le famiglie che non sanno a chi lasciare i figli (per baby sitter e campi estivi) e per le vacanze (sotto forma di bonus da 500 euro). Varato un reddito di emergenza da 400 a 800 euro per le famiglie più in difficoltà. Estese le tutele del Cura Italia: vietati i licenziamenti individuali per i prossimi cinque mesi.
Il commento
Un decreto difensivo lo definisce il segretario regionale della Cisl, Enrico Coppotelli. Che ragiona così: «Il decreto dà risposte importanti e urgenti, considerato l'im porto, 55 miliardi. È un decreto di tipo difensivo perché continua a sostenere sia imprese che lavoratori in questa fase di difficoltà, ma è ovvio che soltanto l'avvio di investimenti e di una politica industriale nuova potrà riattivare il motore della crescita del Paese in maniera più complessiva». Tra i provvedimenti c'è la possibilità di estendere di altre nove settimane la cassa integrazione. «La proroga degli ammortizzatori sociali è positiva. Tuttavia, molti lavoratori non hanno preso neanche la prima tranche, per cui è altrettanto importante che ci sia uno snellimento delle procedure.
Lo abbiamo richiamato anche nei giorni scorsi, il sistema italiano degli ammortizzatori sociali viene gestito in condizionidi normalità. È farraginoso in situazioni di normalità, logico che in questa situazione di emergenza fatichi ancora di più». Il Governo punta a sostenere il reddito delle famiglie e dei lavoratori in difficoltà. «Il reddito di emergenza è positivo, ma anche questa è una misura difensiva. Va benissimo, invece, l'aiuto con i premi di produttività che verranno dati ai dipendenti della sanità. È stata la tipologia di lavoratori che ha dato forza a tutto il sistema. È importante riconoscere a questi lavoratori degli aiuti pubblici sui salari. Positiva è anche la proroga dei bonus di 1.000 euro e di 600 euro. Sono misure importanti perché aiutano le persone a rimanere agganciate alla speranza nella ripresa». Però non tutto può essere legato all'emergenza. «L'auspicio della Cisl è che terminata, e ci auguriamo presto, la fase d'emergenza si rimetta mano alle priorità. Prima di tutto alle infrastrutture: il nostro Paese ha bisogno di rivedere tutto il tema infrastrutturale che è quello che dà vigore all'economia e all'occupazione. Poi, ed è la grande battaglia della Cisl, la riforma fiscale».
I provvedimenti sul turismo vi convincono? «Sono misure sicuramente utili al Paese. La nostra regione, e penso a Roma, è stata completamente falcidiata. Ovvio che le risorse messe in piedi, come anche il concorso sulle spese di sanificazione degli ambienti delle imprese turistiche, sono sicuramente positive in questa fase. Ma terminata la pandemia, è importante che si continui ad investire sulla sicurezza. È importante tutto quello che potrà essere d'aiuto per la ripartenza e che ci siano queste risorse, penso anche ai 30 milioni inseriti per il tax credit vacanze alle famiglie. Ma la prima priorità, con un adeguato sostegno economico, è continuare a mantenere la sicurezza per l'uten te e i lavoratori. L'emergenza non è terminata». Il bilancio finale? «Si tratta di un decreto positivo per il momento conclude Coppotelli ma è un decreto che continua a difenderci dalla crisi economia ma non dà rilancio. Continua a sostenere quello che c'è».