La raccolta alimentare iniziata subito dopo la quarantena sta continuando. Nei supermercati i carrelli continuano a riempirsi e a partecipare a questo grande movimento di solidarietà sono le persone, la gente comune, le famiglie che donano un pacco di pasta o una bottiglia d'olio, le mamme che acquistano pannolini per i loro figli e per i piccoli di un'altra madre.
Sconosciuti che si tendono una mano per cercare, come si può, di affrontare questo periodo così difficile.

Molti hanno perso il lavoro, altri sono in attesa di una cassa integrazione che stenta ad arrivare e, anche chi conduceva una vita agiata potendo contare sulle proprie attività, si è ritrovato in estrema difficoltà.
Così ognuno ha contribuito e continua a contribuire come può, con le proprie possibilità, c'è chi fa di più e chi di meno, ma tutti fanno, e questo è sintomo del forte senso di comunità, soprattutto a livello locale.
«Quello che abbiamo visto in questi mesi ci ha commosso - dice Anna, cassiera in un supermercato del centro, da dietro la visiera - Io sono l'ultima commessa che vedono, e quindi ho potuto toccare con mano quello che è stato lasciato. Ho visto donne, madri, nonne ma anche giovani ragazze, lasciare fior fiore di spesa.

Non prodotti presi a casa dagli scaffali e "buttati" nel carrello per togliersi il pensiero. Olio, pasta, tonno, prodotti per l'infanzia, lievito secco, anche assorbenti e dentifricio. La gente ha letteralmente fatto la spesa per altri. E questo mi ha riempito il cuore. Anche chi ha pagato con buoni o con spicci, ha trovato il modo per lasciare qualcosa a qualcun altro e nessuno lo ha fatto con fastidio, ma con immenso amore. Anche qundo la farina era diventata introvabile, i fortunati che trovavano lo scarico appena arrivato, ne prendevano un po' di chili da lasciare nel carrello all'ingresso. E stanno continuando, anche se un po' meno».