Tra le persone che saranno ricordate in questa emergenza Covid-19 sicuramente ci sono i carabinieri. Li abbiamo visti e continuiamo a vederli sul territorio, sempre in prima linea. Hanno rafforzato i controlli per garantire la sicurezza dei cittadini e il rispetto delle prescrizioni finalizzate al contenimento dei contagi da Coronavirus. Un volto autorevole ma umano. Sotto quel berretto rigido nero, quella fiamma inconfondibile, quella divisa, ci sono uomini e donne che fanno del loro lavoro prima di tutto una missione. E in questo momento il loro aiuto, il loro sostegno, sono ancora più importanti, perché sapere che non si è soli, che è possibile contare su chi lavora senza sosta non soltanto per la legalità o per smascherare chi non rispetta le misure dell'emergenza, ma anche per porgere una mano a chi è in difficoltà, è un grande sollievo. La solidarietà al tempo della pandemia arriva anche da uomini e donne in divisa. E proprio a tutti loro va il ringraziamento del comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Fabio Cagnazzo. Lo abbiamo contattato per farci raccontare come stanno vivendo questo periodo delicato. E dalle parole del colonnello si percepisce quanto cuore e quanta umanità ci sia sotto quelle divise che a volte vengono anche insultate soltanto perché fanno rispettare le misure per evitare di essere contagiati.

La situazione di emergenza vi ha visto, insieme alle altre forze dell'ordine, in prima linea…
«La grave emergenza sanitaria connessa alla diffusione epidemiologica da Covid-19 ha imposto, nel volgere di pochissimo tempo, l'adozione di specifiche misure di contenimento del quotidiano stile di vita/lavorativo sia nei confronti della popolazione sia all'interno della nostra istituzione. Nello specifico controlli per il rispetto delle norme limitative circa gli spostamenti dei cittadini sul territorio nazionale, assistenza alla popolazione più bisognosa, tutela della salute dei militari sul luogo di lavoro. Ci si è trovati in breve a doverci confrontare con un "nemico" sconosciuto, subdolo e invisibile, che ci ha costretti a un lavoro immane soprattutto perché, oltre le normali attività, siamo stati chiamati a far rispettare una situazione dettata da norme che avrebbero cambiato drasticamente il quotidiano vivere di ogni cittadino.
Per la prima volta, dall'ultimo conflitto mondiale, sono state adottate misure limitative della libertà personale per il cui rispetto abbiamo messo in campo tutte le nostre risorse al fine di tutelare la salute pubblica e quella dei nostri cari, soprattutto la fascia più debole costituita dagli anziani, nei confronti dei quali il virus ha fatto registrare il più alto numero di decessi».

A qualche critica o insulto ricevuto da chi è stato multato, ha risposto il cuore di grandi e bambini… «Certamente non sono mancate critiche nei confronti dei carabinieri chiamati a far rispettare le regole restrittive, ma molte di più sono state però le dimostrazioni di affetto e vicinanza da parte della popolazione e, solo per citarne una, amo ricordare lo striscione regalato da una bambina di Alatri alla locale Compagnia raffigurante l'arcobaleno e un cuore con la scritta "andrà tutto bene". Una dimostrazione di affetto che fornisce a ciascuno di noi quella giusta dose di energia per poter affrontare, soprattutto in questi momenti difficili, il nostro quotidiano lavoro».

Cosa ricorderà maggiormente di questo periodo? «Quello che personalmente ricorderò di questo nefasto periodo sarà sicuramente l'umanità che ogni carabiniere ha saputo mettere in campo soprattutto per l'assistenza alla popolazione bisognosa. Molte sono state le iniziative di solidarietà che ci hanno visto protagonisti e in particolare quelle relative alla consegna delle pensioni agli over 75; la donazione e la consegna delle mascherine alle persone affette dalla sindrome di Down. Ed ancora la collaborazione con le amministrazioni locali per il celere recapito dei "buoni spesa" alle famiglie più disagiate e la distribuzione di uova e colombe pasquali ai bambini più bisognosi».

Un pensiero quotidiano e particolare è stato riservato anche a medici e paramedici…
«Sì, a medici e paramedici impegnati senza tregua a tutela della salute. Abbiamo fornito loro la nostra incondizionata disponibilità nelle attività di contenimento della diffusione dell'epidemia da Covid-19, talvolta anche alle loro esigenze private. Un nostro comandante di stazione, ad esempio, si è prodigato per reperire un appartamento a un paramedico presso la nostra Asl».

E poi l'aiuto al mondo della scuola...
«In questa situazione non potevamo certamente dimenticarci del mondo della scuola, a noi particolarmente caro e verso il quale abbiamo sempre riservato la massima attenzione. Approfittando dell'avvio della "didattica a distanza", siamo entrati virtualmente nelle case dei ragazzi per confermare loro la presenza dello Stato anche nei momenti difficili della nostra esistenza, per recapitare un messaggio di speranza e di tranquillità, nonché per sensibilizzare sulle insidie che il web può nascondere, soprattutto nell'attuale contesto emergenziale laddove la maggiore via di interscambio con il mondo è la rete. Tali iniziative, pur rappresentando solamente piccoli segni di vicinanza alle persone più deboli, ci fanno comunque sentire membri di un'unica grande famiglia, l'Italia, del cui tricolore abbiamo voluto illuminare le nostre caserme».

Cosa si sente di dire ai suoi carabinieri?
«Tutto questo è stato possibile solo grazie allo spirito altruista di ogni singolo carabiniere che pur preoccupato della pericolosità del virus anche per la propria salute, non ha esitato ad espletare al meglio i propri quotidiani compiti finalizzati alla sicurezza della collettività. Ai "miei" carabinieri dico grazie. Per tali motivi vengono adottate, anche in loro favore per la tutela della salute negli ambienti di lavoro, soluzioni organizzative che rispettano il distanziamento sociale nonché la fornitura dei dispositivi di protezione individuale e igienizzanti.
A tutti i carabinieri della provincia di Frosinone il mio grazie per quello che hanno già fatto e per quello che continueranno a fare in favore della popolazione».

Adesso la "Fase due"…
«Oggi stiamo intraprendendo un altro gravoso compito, quello di contribuire alla fattiva ripresa della nazione adoperandoci, oltre che nei normali compiti istituzionali e di assistenza alla popolazione, nell'indirizzare i nostri sforzi affinché la graduale ripresa della vita sociale e delle varie attività produttive, verosimilmente caratterizzata da probabili tensioni sociali, non rivitalizzati la capacità predatoria della criminalità comune e di quella organizzata in danno del tessuto economico e produttivo già duramente provato».