La passione per la musica li ha fatti conoscere, innamorare fino a decidere di fare il grande passo e di coronare il loro sogno d'amore. Due anni fa la decisione: le nozze fissate per il 4 luglio 2020. Ma un mostro invisibile li tiene separati da due mesi, ha bloccato i preparativi e ha fatto rinviare il giorno più atteso e bello della loro vita. Tutto a causa dell'emergenza Covid-19, ma il loro amore sa aspettare, perché il desiderio di festeggiare insieme alle persone care, di celebrare il sacramento in chiesa, di pronunciare il loro sì senza mascherine che possano nascondere quel sorriso di felicità, è più forte di ogni cosa. Il sì di Roberta Mazzoli, trentaquattro anni, di Veroli, e di Fabio Tumolillo, trentanove anni, di Cervaro, è soltanto rinviato. Noi Roberta l'abbiamo intervistata.

Come vi siete conosciuti e come è nato il vostro amore?
«Ci siamo conosciuti nel 2004 al concorso itinerante "Cantatour" per cantanti nel cassinate. Io pensavo solo a cantare. Partecipammo per quattro anni di fila per poi perderci di vista. Ci siamo rincontrati nel 2016 sempre a un concorso per cantanti, di cui però non si è mai più disputata la finale. E tra una tappa e l'altra abbiamo cominciato ad uscire assieme. L'amore è nato per puro caso. Per entrare nell'inquadratura di una foto ci siamo abbracciati. Ed è scattato qualcosa».

Poi la decisione per il passo più importante...
«Abbiamo deciso di sposarci due anni fa. Le nozze erano fissate per il 4 luglio 2020. Ma il Covid-19 ha fermato anche la data scelta per il nostro matrimonio».

Come e quando avete capito che avreste dovuto rinviare tutto?
«Quando abbiamo visto che l'emergenza sanitaria aveva bloccato tutto, comprese le industrie dei mobili, abbiamo scelto di posticipare le nozze in autunno. Anche per una serenità collettiva».

La prima cosa che avete pensato?
«La prima cosa che abbiamo pensato è che il clima era preoccupante. Il 12 marzo abbiamo fatto le pubblicazioni in Comune, a Veroli, ufficiale in mascherina e lui con autocertificazione per tornare a casa a Cervaro».

Ristorante, abiti, fedi, fiori... Avevato organizzato tutto?
«Avevamo già prenotato tutto. Ristorante, chiesa, fiori, musica, abiti. Ma abbiamo trovato dei fornitori fantastici con una grande umanità. Ci hanno dato carta bianca e massima disponibilità per trovare una nuova data. Abbiamo stampato le partecipazioni, per ovvi motivi non ancora inviate, ma dovremo modificarle».

Ora cosa pensate di fare?
«Ora pensiamo a stare tranquilli e a seguire le disposizioni del Governo e a tutelare la nostra salute. Ci muoveremo di conseguenza a seconda degli eventi».

Il Covid-19 vi ha tenuto anche lontani in questi due mesi. Come state vivendo la situazione?
«Il Covid ci ha separato subito dopo aver fatto le pubblicazioni in Comune. Neanche il tempo di un brindisi e siamo lontani da due mesi. È dura, ma lo è ancora di più per chi lotta in prima linea, per chi ha la responsabilità delle vite degli altri. Per chi ha contratto il virus e lotta per sopravvivere».

Un messaggio che vi sentite di dare alle coppie come voi?
«Un messaggio che sentiamo di dare alle coppie è riscoprire i valori delle proprie unioni. Stando da soli si ha il tempo di riflettere sulla profondità di ciò che si prova. Sul fatto che molto spesso il consumismo rende i matrimoni una corsa allo sfarzo e all'apparenza. Ma è il sentimento e soprattutto il sacramento che conta. Speriamo di poterlo ricevere presto attorniati dalle persone più care, che possano ballare e divertirsi senza pericoli, né blocchi».

E il 4 maggio siete pronti per rivedervi?
«Per il 4 maggio mi sembra scontato che ci... stravedremo».