Il 22 dicembre 1989 muore a Parigi Samuel Beckett, scrittore, drammaturgo, poeta, traduttore e sceneggiatore irlandese, considerato tra gli scrittori più influenti del XX secolo. Nato a Dublino il 13 aprile 1906 è uno dei più importanti esponenti del genere teatrale e filosofico che Martin Esslin definì come “Teatro dell’assurdo”. Nel 1919 inizia a frequentare la Port Royal School, istituto di prestigio frequentato qualche decennio addietro da Oscar Wilde. Dal carattere solitario, ipersensibile e ipercritico, Beckett eccelle negli studi e nello sport. Il suo primo romanzo “Murphy” riflette tutta la sua interiorità ed è espressione del profondo disagio che lo accompagnerà per tutta la vita. Nel 1928 si trasferisce a Parigi in seguito all’assegnazione di una borsa di studio da parte del Trinity College, dove impara con successo il francese e l’italiano, riuscendo a tradurre autonomamente gran parte delle proprie opere. A Parigi Beckett frequenta numerosi circoli letterari dove conosce James Joyce, che diverrà per lui un importante punto di riferimento.

Le sue opere, che spaziano dalla poesia alla scrittura drammaturgica, affrontano temi delicati, quali l’imperscrutabilità dell’animo umano, l’incomunicabilità, il confronto fra coscienze che sfocia in un inevitabile individualismo, la rassegnazione e l’impotenza dell’uomo di fronte alla perdita di Dio. Tra i capolavori dello scrittore ricordiamo in particolare “Aspettando Godot”,  opera che mette in scena il dramma dell’attesa come condizione esistenziale di eterna sospensione; i protagonisti sono collocati  in un’atmosfera in cui il tempo sembra dilatarsi fino all’ inverosimile. Nel 1969 Samuel Beckett viene insignito del Premio Nobel per la letteratura «per la sua scrittura, che - nelle nuove forme per il romanzo ed il dramma - nell'abbandono dell'uomo moderno acquista la sua altezza».Â