Il 23 gennaio nasce a Grenoble, in Francia, Marie-Henri Beyle, noto come Stendhal. Appassionato di arte e letteratura, visse per molto tempo in Italia, dove rimase estasiato dal fascino di Roma, Firenze e Napoli, che definì “la città più bella dell’universo”. Da questo amore nacque un libro di ricordi e di impressioni, intitolato proprio “Roma, Napoli, Firenze”: il primo dei suoi libri firmato con lo pseudonimo di Sthendal, che segnò il suo esordio in letteratura, insieme con “Storia della pittura in Italia” del 1817 e ancora prima con le biografie di Hydn, Mozart e Metastasio.

I suoi romanzi di formazione “Il rosso e il nero”, “La certosa di Parma” e l’incompiuto “Lucien Leuwen”, collocano Stendhal tra i maggiori rappresentanti del romanzo francese del XIX secolo, insieme con Balzac, Hugo, Flaubert, Maupassant  e Zola. Lo stile di Stendhal è semplice ed essenziale, i suoi personaggi, di cui viene restituita una descrizione a tutto tondo, aspirano all’autorealizzazione, motivati da ideali romantici, legati al sentimento e alla gloria.

Una curiosità: a proposito di arte e di ideali romantici, il nome di Stendhal è stato negli anni associato a una patologia, descrivibile nei termini di un’ affezione psicosomatica che colpisce soggetti particolarmente sensibili,  esposti alla visione di opere d’arte di grande impatto emotivo. I sintomi tipici della “Sindrome di Stendhal” sono: tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e allucinazioni e sono spesso associati alla presenza di spazi limitati.