Ora câè lâufficialità da parte della Direzione generale per la salvaguardia del territorio e delle acque: mercoledì prossimo, alle 15, è indetto il nuovo tavolo tecnico sulla bonifica dellâarea di proprietà della società Viscolube, convocata come sempre assieme al Comune di Ceccano e ai rappresentanti dellâIspra, dellâIstituto superiore di sanità , della Regione Lazio, dellâArpa, del gestore ambientale Ecotherm, dellâUnione petrolifera nonché a quelli di Provincia, Prefettura e Asl di Frosinone. La terza riunione del 2016 sarà incentrata sulla relazione finale dellâIspra, che terrà conto della documentazione aggiuntiva dellâArpa per dare un quadro completo sullâefficacia delle misure di prevenzione per le acque di falda; inoltre, la Viscolube presenterà un modello per la redazione della variante alla messa in sicurezza, che andrà trasmessa entro il20 luglio alla luce dellâanalisi di rischio. Nei precedenti incontri, i responsabili dello stabilimento hanno ribadito che lâazienda è âsoggetto non responsabile dellâinquinamentoâ, che il primo dei quattro cicli di bonifica mediante il trattamento biologico âlandfar-mingâ è stato completato nel 2008 e che il secondo, iniziato nel luglio del 2009, è pressoché in stallo; quanto alla barriera idraulica, costituita da dieci pozzi di emungimento ed ereditata nel 2001 dalla precedente gestione (Agip Petroli), è stato ricordato che il sistema è ora formato da ventinove punti di estrazione grazie alle migliorie apportate dal 2005 per impedire la migrazione delle acque. A fine aprile, però, lâArpa aveva comunicato al Ministero che a dodici anni dallâapprovazione del progetto di bonifica âancora persiste una rilevante contaminazione di inquinanti nelle acque sotterranee sia allâinterno del sitoâ che in otto piezometri âposti a valle idrogeologica della barriera idraulica, consentendo la diffusione della contaminazione allâesternoâ.
La stessa comunicazione già trasmessa a febbraio al Comune di Ceccano e che aveva spinto il sindaco Caligiore a emettere lâordinanza di divieto di consumo delle acque nel raggio di cinquecento metri, chiedendo poi al Palmer le analisi su cinque pozzi privati. I risultati dei primi controlli sono stati confortanti e il provvedimento, tuttora vigente, sarà revocato se i prossimi rilievi dellâArpa in altri punti avranno lo stesso esito. Quello che sperano tutti.