La lettera è dura. Fa male al territorio, ma fa male soprattutto alla sua storia. A scriverla è stata l'Ambasciata di Polonia a Roma che ha deciso di inviare una nota di protesta al Ministero degli Affari Esteri italiano. Nella missiva si esprime la più viva e verace indignazione per la creazione del "villaggio di Natale" all'Albaneta, laddove i "poveri" polacchi sparsero il loro sangue per salvare la nostra terra e l'Italia intera. E proprio per queste terre è stato siglato un contratto d'affitto che permette ai privati di utilizzare l'area di proprietà dell'abbazia.

Nel testo si sottolinea quanto l'iniziativa sia in grado di offendere la memoria dei caduti. Domenica scorsa il capo del Dipartimento consolare e l'addetto militare sono andati di persona a Montecassino per verificare la situazione in loco nei primi giorni di funzionamento del villaggio. "La visita - si legge nella nota - è stata effettuata senza preavviso e non concordata con le autorità locali, quelle ecclesiastiche e con l'associazione che ha affittato il terreno dell’abbazia vicino al cimitero". E ancora: "Questo ha permesso di ottenere la valutazione più obiettiva dei fatti. Questa "fiera" viola la sacralità del luoghi delle battaglie di Montecassino, non rispettando la loro dignità ed il loro significato storico; inoltre ne blocca l’accesso. L'ambasciata ha rinnovato la propria protesta all'abbazia, che ha annunciato che avrebbe emesso una risposta scritta su questo tema".

In un'altra lettera arrivata anche al sindaco Petrarcone, unitamente al commissario generale onore ai caduti della Difesa, si legge nel finale: "Vogliano convenire con me che il luogo prettamente simbolo di valore miliare, teatro di una delle più cruente battaglie della seconda guerra mondiale, dovrebbe rimanere preservato da simili incresciose iniziative e confido vivamente in ogni forma di solidarietà loro vogliano fornirci". La firma in calce è di Ewa Mamaj capo dell'ufficio consolare in Italia.